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20 Apr [15:23]

La retromarcia della discordia:
perché Hamilton non ha avuto penalità

Jacopo Rubino - XPB Images

In una vettura di Formula 1 la retromarcia è quasi un'optional, ma è obbligatoria. E a volte serve, anzi, è provvidenziale. Lewis Hamilton, dopo il clamoroso errore al giro 31 del Gran Premio dell'Emilia Romagna, l'ha utilizzata per togliersi dalla via di fuga della curva Tosa. Non senza far discutere, perché si era ancora in piena gara e nel frattempo è transitata l'Aston Martin di Sebastian Vettel. Sulla carta, il campione del mondo ha creato una situazione di pericolo, ma i commissari non hanno preso alcun provvedimento. La manovra non è stata nemmeno dichiarata "notata", come il ruota a ruota in partenza tra lo stesso britannico e Max Verstappen. La domanda è spontanea: per quali criteri?

"Ascoltando la radio, la squadra stava avvisando costantemente Lewis durante la retromarcia", ha spiegato il direttore di gara Michael Masi. "Si valutano le varie circostanze". Il muretto Mercedes, ad esempio, ha potuto affidarsi al monitor GPS per controllare la posizione lungo il tracciato di tutte le auto avversarie e dare le giuste indicazioni. L'ingegnere Peter Bonnington si è trasformato in una sorta di navigatore, perché se la visibilità con gli specchietti retrovisori è già limitata normalmente, figuriamoci andando all'indietro.

Questo, però, ha consentito a Hamilton di rispettare quanto scritto dal regolamento sportivo. L'articolo 27.3 afferma: "Se una vettura esce di pista, il pilota può rientrare solo quando è sicuro di poterlo fare e senza trarre un vantaggio duraturo". L'articolo 27.4, invece, dice che "l'auto non può mai essere guidata lentamente senza motivo, in modo erratico o che possa essere potenzialmente pericoloso per altri piloti o qualsiasi altra persona".

Un dubbio, però, sarà difficile da scardinare dalla testa dei più scettici. Hamilton si era appena rimesso sul nastro d'asfalto quando alle sue spalle è passato Vettel: c'erano le bandiere gialle, è vero, ma se il tedesco fosse arrivato lungo nello stesso punto, magari scontrandosi con la macchina #44, parlare di semplice "incidente di gara" sarebbe stato un po' strano.

Per fortuna è andata bene, senza dubbio a Hamilton che è riuscito a ricostruire la sua domenica e a venir fuori da una situazione che sembrava perduta. "Stavo premendo il pulsante della retromarcia e ci è voluto molto perché si inserisse. Ho anche pensato che non avrebbe funzionato. Se non fossi andato all'indietro probabilmente sarei ancora lì...", ha ammesso il 7 volte iridato, che aveva cercato anche di fare burnout, urtando però la barriera. Poco dopo, la bandiera rossa causata dall'incidente fra il compagno Valtteri Bottas e la Williams di George Russell, pupillo della casa tedesca, ha azzerato i distacchi permettendo a Lewis di risalire fino al secondo posto dopo la ripartenza. La fortuna è stata dalla sua parte.

"C'era una sola linea asciutta e forse avevo troppa fretta di passare. Sono andato sull'interno, ma era bagnato, e non sono riuscito a rallentare", ha spiegato Lewis sul perché di quel lungo, mentre stava doppiando, curiosamente, proprio Russell. "È la prima volta in tanto tempo che commetto un errore, ma ho portato la monoposto a casa". Sono arrivati 19 punti (1 di bonus per il giro veloce), quando potevano essere zero. E con un Max Verstappen in questa forma, sarebbe stato un duro colpo. Ma probabilmente è stata proprio la necessità di restare vicino allo scatenato olandese ad aver innescato tutto.

Nel video qui sotto, l'onboard di Vettel che transita vicino a Hamilton