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31 Ago [13:16]

L'editoriale - Troppi incidenti nel 2015, bisogna calmarsi

L'editoriale di Massimo Costa

Non ricordo un’annata costellata di incidenti così violenti e paurosi che, per lo più, si sono conclusi senza troppi problemi per i piloti. In F.1, no. Più che altro in Indycar, GP2, Renault 3.5, FIA F.3, GP3, F.4. Ne abbiamo visti di tutti i tipi. Monoposto che si sono capovolte, monoposto che hanno colpito ad alta velocità le barriere frontalmente, volate via come aerei in fase di decollo. Il maggio dedicato ai test pre 500 Miglia di Indianapolis, per esempio, è stato spaventoso; poi ci sono stati i botti terribili della F.3, incidenti visti in WSR 3.5 e in GP2, come quello di Daniel De Jong, poi GP3 e anche F.4 dove a Spielberg abbiamo dovuto registrare manovre da far drizzare i capelli.

Ma in tutti i casi, nessun dramma, nessuna conseguenza fisica pesante. A dimostrazione che Dallara e Tatuus hanno raggiunto livelli standard di sicurezza eccezionali. San Dallara, San Tatuus, dicono tutti. E non è un bene. Alcuni di questi incidenti, soltanto 20 anni fa, si sarebbero conclusi malamente. Non vorrei che proprio questa inconscia consapevolezza che “tanto non mi succede niente” stia portando i giovani piloti a osare sempre di più, a tentare manovre spesso senza senso ad alta velocità, come quella di De Jong alla curva Blanchimont di Spa, cercando un sorpasso in un punto molto molto complicato e pericoloso.

Provato il giorno dopo nello stesso punto anche da Max Verstappen in F.1, non per niente figlio di questa generazione di piloti che pensano sempre di starsene seduti in un simulatore. E “che male non ci facciamo”. Lo stesso Verstappen che ha osato troppo alla Sainte Devote di Monaco picchiando durissimo. Un’altra componente che porta i piloti a osare sempre più sono le vie di fuga in asfalto. Si tiene giù, anche quando si è all’esterno, contro ogni senso logico di… gravità, tanto al massimo “giro largo e me la cavo”. E così questa mentalità si è ormai impadronita dei piloti che poi agiscono in questa maniera anche quando la via di fuga larga non c’è, e allora accadono i tanti incidenti visti a Monza, per esempio, con piloti spinti sull’erba.

Siamo a un punto di non ritorno, perché non si torna indietro. Non si possono certo rendere le vetture più… insicure, magari però, con un po’ di sforzo si potrebbe rimettere la ghiaia all’esterno delle curve dove ora domina l’alsfalto. Questo sì, anche se costa qualche euro. Beffa delle beffe, i due drammi veri degli ultimi mesi non appartengono a questa casistica. Il povero Jules Bianchi è andato a sbattere contro un trattore a bordo pista, Justin Wilson domenica è stato colpito da un pezzo volante. Quasi che la sorte maligna abbia deciso comunque di pareggiare i conti.