18 Lug [14:38]
Che pericolo a Zandvoort
Gru in pista durante gara 3
Massimo Costa
Un colpo di follia? Una sottovalutazione del pericolo? Difficile trovare un argomento valido per giustificare quanto accaduto nella terza gara del FIA F.3 a Zandvoort al 18° giro, cinque dalla bandiera a scacchi. Weiron Tan, pilota del team Carlin, ha perso il controllo della sua Dallara-VW, è finito in ghiaia e infine ha colpito le barriere, non vicinissime al nastro di asfalto, terminando la sua corsa su un tratto in erba. Immediatamente è entrata una gru che dopo aver percorso alcuni metri sull'erba, nel senso opposto a quello di marcia, si è avvicinata alla vettura del pilota malese.
Tutti in sala stampa, ma anche i team principal al muretto box, si aspettavano l'entrata in pista della safety-car o quanto meno l'attuazione della procedura della virtual safety-car (che ogni venerdì mattina prima delle prove libere viene fatta provare ai piloti, ma fino ad ora non è mai stata impiegata), oppure la slow zone, messa in pratica nel DTM in gara 1, ma che per un errore del GPS ha inflitto penalità a piloti che invece si erano comportati correttamente (vedi articolo nella sezione DTM).
Invece, il direttore di corsa Tamas Zettner e i suoi collaboratori hanno ritenuto che bastava accendere il pannello di color giallo prima della curva 8. Neanche lo sventolio di una doppia bandiera gialla, a sentire alcuni dei piloti che ci hanno raccontato la loro incredulità nel ritrovarsi a esterno pista una gru in una curva molto difficile che si affronta a oltre 200 orari. Tutti, vedendo la sola luce gialla, pensavano a un pericolo minimo, ma quando si sono ritrovati la gru a pochi metri da loro, in parecchi si sono spaventati e quell'attimo di incertezza e sorpresa ha anche provocato per alcuni piloti il rischio di perdere la macchina. La gru è rimasta a bordo tracciato per due giri.
La morte di Jules Bianchi, che in una situazione similare, anche se sotto la pioggia, andò a colpire la gru sul circuito di Suzuka, intervenuta più o meno alla stessa maniera di quanto verificatosi a Zandvoort, non ha insegnato niente? Proprio nei giorni scorsi Italiaracing ha scritto, riguardo l'eccessivo uso di safety-car in F.1 o alla 24 Ore di Le Mans, di quanto il dramma di Bianchi abbia cambiato la mentalità nelle gare targate FIA.
Poi ecco, che nella serie più rappresentativa per i giovani che la FIA mette in campo, da loro stessi ritenuta un fiore all'occhiello nonostante la crisi che l'ha colpita nel 2016 (per una serie di errori che abbiamo già ampiamente descritto a inizio anno), si lascia in pista una gru nel punto più complicato e veloce del circuito? Una semplice luce gialla non comporta un pesante rallentamento da parte dei piloti e praticamente ognuno fa quel che si sente. E visto che la gara non è stata neutralizzata, ovviamente tutti hanno cercato di non perdere tempo per non permettere a chi lo seguiva di avvicinarsi troppo.
Una situazione surreale si è creata a Zandvoort e stupisce che arrivi proprio da quella serie che è sempre rigorosissima con i giovani piloti, affibbiando giustamente penalità per i track limits non rispettati, per linee bianche pestate in uscita box, e quant'altro. Poi, entra una gru e si da una semplice bandiera gialla in una curva da 200 orari...