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14 Dic [18:13]

Il commento finale
L'anno di Winterbottom

Silvano Taormina

Per oltre un decennio ha calcato la scena del V8 Supercars con addosso l'etichetta dell'eterna promessa mai sbocciata, pur vestendo da otto anni a questa parte i colori ufficiali della Ford nella combattuta serie australiana. Mark Winterbottom ha sfatato tale tabù al termine dell'avvincente stagione 2015 che lo ha visto protagonista, nonché punto di riferimento per tutti i suoi rivali, sin dalle prime battute. Ben supportato da una compagine altamente professionale quale la Prodrive, il pilota di Sydney ha chiuso i conti nell'appuntamento finale sull'angusto tracciato cittadino di Homebush al volante della sua Falcon. Un titolo che, ironia della sorte, dopo un quadriennio di dominio targato Holden, torna in casa Ford nell'anno in cui la Casa di Detroit ha deciso di abbandonare in veste ufficiale il V8 Supercars.

Courtney e Mostert i primi rivali
Eppure l'impresa di Winterbottom non è stata delle più semplici. Nell'arco della stagione ha visto più di un rivale alternarsi nel ruolo di principale antagonista. Dopo i primi appuntamenti stagionali è emerso James Courtney, autore di un buon passo nonostante qualche battuta d'arresto. Il pilota ufficiale della Holden ha dovuto abbandonare i giochi a metà strada a causa dell'infortunio riportato a Eastern Creek, quando è stato colpito al torace da alcuni pannelli separatori a causa di un atterraggio troppo ravvicinato ai box da parte di un elicottero della Royal Navy Force al termine di un esibizione. Un destino simile è occorso al giovanissimo Chaz Mostert, infortunatosi al polso e al femore dopo il terribile botto nelle libere a Bathurst mentre stava prepotentemente risalendo la china in campionato.

Lowndes spreca nel finale
Con Courtney e Mostert fuori-gioco, la palla è passata nelle mani di Craig Lowndes. Nonostante un inizio a correnti alterne, il portacolori del Triple Eight ha iniziato a macinare risultati importanti a partire dalle gare di durata. Il tutto mentre Winterbottom gestiva sapientemente il proprio vantaggio. In virtù dei due successi centrati nel penultimo appuntamento stagionale di Phillip Island, la matematica gli ha offerto un piccola chance di ribaltare le sorti del campionato alla vigilia della prova finale di Sydney. Con un banale errore in Q1, però, si è complicato la vita consegnando il titolo al rivale della Ford già sabato sera. Il suo momento di gloria lo ha vissuto anche David Reynolds, il quale ha fatto della costanza il proprio punto di forza, nonostante militi in un team semi-ufficiale quale il Rod Nash Racing. Dopo il successo nella prova lunga di Pukekohe era ancora in lizza per il titolo, prima che lo sventurato weekend di Phillip Island lo estromettesse dai giochi.

Crolla il regno di Whincup
Il 2015 verrà ricordato come l'anno in cui è crollato il regno di Jamie Whincup, per sei volte campione nelle ultime sette stagioni. L'alfiere del Triple Eight ha vissuto un annata decisamente al di sotto delle aspettative, costernata da un passo non proprio ottimale in qualifica e qualche contatto di troppo in gara. Un risveglio tardivo lo ha avuto negli ultimi tre appuntamenti in cui, grazie a tre vittorie e nove piazzamenti a podio, ha risalito la china fino al quinto posto finale in campionato. Si è svegliato tardi anche Shane Van Gisbergen, forse distratto dall'impegno in Europa con la McLaren nella Blancpain GT Series. Nonostante militi in una compagine privata come il Tekno Autosport, a Surfers Paradise e Sydney Homebush ha colto due successi di tappa che gli sono valsi il quarto posto nella graduatoria finale. Pur non avendo assaporato il gusto della vittoria, Garth Tander ha chiuso sesto in campionato fregiandosi del titolo nella Pirtek Enduro Cup insieme a Warren Luff.

Coulthard brilla tra gli outsider
Capitolo outsider. Una categoria nella quale Fabian Coulthard si è espresso ancora una volta come miglior rappresentante. Il successo nella prova inaugurale di Adelaide con il modesto Brad Jones Racing faceva sperare in un exploit, salvo poi vivere una stagione in cui è riuscito a centrare solo qualche podio. Abbastanza per attirare le attenzioni di Roger Penske che lo ha arruolato per il 2016. Nella compagine del Capitano troverà Scott Pye, subentrato a stagione inoltrata a Marcos Ambrose, autore di una finale in crescendo in cui ha centrato il primo podio a Pukekohe. I numerosi problemi di affidabilità della sua Volvo S60 hanno tarpato le ali a Scott McLaughlin, tornato sui ritmi del 2014 solo di recente grazie a due pole e tre podi. Un successo, invece, lo ha centrato Will Davison a Darwin con la sua Mercedes E63 dell'Erebus. Risultato che non lo ha distolto dall'abbandonare anzitempo la squadra diretta da Betty Klimenko. Nonostante le scintillanti prestazioni nei test prestagionali e il supporto della Nismo, le Nissan Altima del Kelly Racing hanno chiuso il 2015 a quota zero successi.