17 Ago [13:43]
Le contraddizioni di Alonso
Boccia la F1, esalta il WEC
Massimo Costa
La F1 a fine stagione perderà un gran pilota, Fernando Alonso. A 37 anni, dopo quattro stagioni deludenti con la McLaren-Honda prima e McLaren-Renault dopo, lo spagnolo ha deciso di lasciare la serie nella quale ha vinto due campionati del mondo nel 2005 e 2006, andandoci molto vicino con la Ferrari in altre due occasioni. Alonso, uscito con polemiche roventi dal team italiano, ha scommesso tutto sulla McLaren e sulla Honda, fallendo clamorosamente l'obiettivo e rimanendo invischiato nelle retrovie per tre anni più il quarto, nel 2018, in quanto nonostante il cambio di power unit (dal costruttore giapponese a quello francese) il team inglese non ha saputo uscire dalla mediocrità.
Alonso poteva tornare in qualche squadra maggiormente competitiva? La risposta è negativa. Purtroppo, lo spagnolo ha sempre affiancato alle sue indubbie qualità di guida un comportamento distruttivo nei confronti dei compagni e della squadra che lo ospitava. Nella stessa Renault, diretta dal suo manager Flavio Briatore e dunque dove aveva tutto apparecchiato per lui, vi furono frizioni nel finale di stagione 2006 che pur lo aveva laureato campione. McLaren nel 2007 e appunto Ferrari oltre al comportamento poco professionale nei confronti della Honda (che lo pagava 32 milioni di euro a stagione), hanno dimostrato il suo lato peggiore.
Per questo motivo Christian Horner e Toto Wolff lo hanno definito recentemente un pilota abilissimo al volante, ma spacca squadre chiudendone di fatto ogni possibilità di accesso. In Ferrari poi, si sono voltati dall'altra parte quando gli è stato chiesto se vi era qualche possibilità di rivedere lo spagnolo a Maranello. Alonso, stanco di lottare per una settima posizione, ha quindi chiuso un lungo capitolo, ma lo ha fatto nel peggiore dei modi. Come da tradizione.
In una intervista concessa in conferenza stampa a Silverstone per l'appuntamento del WEC che lo vede al via con la Toyota, ha di fatto accusato la F1 di essere una serie prevedibile, dove già a inizio campionato si sa chi lotterà per il titolo. "Le gare di F1 non sono più quelle di quando vi sono arrivato io. Mi sono fermato perché oggi ciò che vediamo in pista è uno show più povero e ciò di cui si discute di più sono le polemiche o i team-radio. Quando si parla così tanto di questi argomenti è un brutto segno. Vuol dire che nell’arco di un fine settimana l'azione in pista è stata molto scarsa, ed è ciò che sento in Formula 1 oggi. Penso che ci siano altri campionati che probabilmente offrono uno spettacolo migliore, più gioia e più felicità, ed è quello che sto cercando di trovare”.
“Nelle stagioni 2003, nel 2004, nel 2008, nel 2009 ed anche nel 2011 non ho vinto molte gare, ma erano campionati in cui era comunque difficile prevedere cosa potrebbe accadere a Spa e Monza. Oggi sappiamo già cosa succederà nelle prossime due gare, possiamo prevedere le prime quindici posizioni con un margine di uno o due errori. Arriviamo a Barcellona per i primi test invernali e dopo il primo giorno sappiamo già cosa accadrà fino ad Abu Dhabi, e così è dura. Ma per me non è un problema, perché dopo 18 anni ho ottenuto più di quello che sognavo...".
Ecco che Alonso, per giustificare il fatto che non trova un top team adeguato, scarica il barile sui suoi insuccessi manageriali sull'attuale F1 tirando in ballo il passato. Ma Alonso è distratto, molto distratto. Perché nel 2003 la Ferrari lottò con la McLaren per il titolo iridato, proprio come accade oggi tra Ferrari e Mercedes, mentre nel 2004 la Ferrari dominò vincendo quindici corse su diciotto. Nel 2009 il campionato fu segnato dalla Brawn, i successivi dalla Red Bull e se non vinceva il team di Milton Keynes lo faceva lui con la Ferrari. Insomma, è la F1, la sua storia, che raramente ha visto lottare per un mondiale più di tre team.
Alonso dice poi di trovare più emozionanti altri campionati. Certamente la Indycar propone un ventaglio di piloti candidati al successo molto più ampio, ma parliamo pur sempre di una categoria monotelaio e con due costruttori di motori: Chevrolet e Honda. E per quanto riguarda il WEC che trova così affascinante, be, ci lasci sorridere... Nel WEC vige la legge Toyota, unica LMP1 in pista, Alonso vince correndo praticamente contro se stesso, ma guarda un po', la serie gli piace molto...