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21 Ago [16:18]

Ma a Newey piace vincere facile?

Stefano Semeraro

Di Adrian Newey abbiamo sempre avuto una grande opinione – e come potrebbe essere diversamente, visti i risultati che ha ottenuto? – ma questa volta ci permettiamo di dissentire dal Maestro dell’aerodinamica. In una intervista rilasciata all’inglese Autosport, il capo progetttista della Red Bull ha attaccato duramente (e non è la prima volta) la decisione della Fia di imporre motori 1.6 turbo alle vetture di F.1 a partire dal 2014.

«Tra due anni le prestazioni del motore varieranno, comprese quelle legate all’alimentazione, con i vari sistemi di recupero che vi sono collegati – sostiene il tecnico inglese – e sarà possibile che un produttore compia un lavoro significativamente migliore degli altri, portando le macchine da lui equipaggiate a primeggiare sulla griglia. I regolamenti riguardanti aerodinamica e chassis inoltre potrebbero diventare più restrittivi, e ogni team dovrà collaborare con i motoristi per quanto attiene all’istallazione dei motori. Vedremo se verranno trovate nuove soluzioni e qualcuno ne ricaverà dei vantaggi».

Be’, verrebbe da dire, caro Adrian qual è il punto? Non è forse il motore una componente fondamentale di uno sport che si chiama, per l’appunto, motorsport? Non è forse lecito, anzi quasi scontato, prevedere che con l’arrivo di nuovi propulsori team e costruttori si dedicheranno a svilupparne al meglio tutte le componenti? La F.1 non è solo aerodinamica – il campo dove Newey ha quasi dominato negli ultimi decenni – ma anche meccanica, motore, settaggio, gomme, come dimostra la storia del campionato in corso. Fra l’altro la corsa ad aggiudicarsi il miglior propulsore è vecchia quanto l’automobilismo da corsa, quindi onestamente non riusciamo a capire quale sia la razio della polemica condotta da Newey. O meglio, la capiamo benissimo: avendo sviluppato con la Red Bull un vantaggio in fatto di aerodinamica, il buon Adrian teme di vederlo annullato dai nuovi regolamenti. Ma una vettura da corsa è tale nel suo complesso, guai a ridurre tutta la vicenda solo ad uno studio di aerodinamica.

La Ferrari è un motorista e la Red Bull no? Vero, ma sicuramente ad Herr Mateschitz non mancherà il budget e il materiale umano per riuscire ad adattare al meglio il propulsore ai propri telai. Anche nel 2014, ci sentiamo di rispondere a Newey, si tratterà semplicemente di fare un buon lavoro nel produrre un “pacchetto” finale (motore, aerodinamica, meccanica e sistemi connessi) migliore di quello degli avversari. Si chiama concorrenza, ed è la stoffa di cui è fatto lo sport. Anche di  quello con il “motor” davanti.


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