Autotecnica Motori Magazine
18 L’esperienza ai Motorsport Games è sta ta un successo: ci può raccontare come ci si è arrivati e in che cosa vi è stata uti le per il proseguimento del progetto? «Appena arrivato, penso dopo qualche giorno, mi è stato detto: ci serve assoluta- mente un motore ibrido, penso di aver risposto con un “OK lo faremo”. Sono stati mesi difficili, e la collaborazione tra l’uffi- cio tecnico, che si è occupato di tutta la par- te meccanica, e il neonato reparto elettro- nico, è stata fondamentale per il successo. Il via ufficiale è arrivato a fine gennaio e a maggio la prima vettura si muoveva, un risultato a mio avviso incredibile. Se da una parte il motore F4 era ben noto ai proget- tisti, l’incognita della componente elettrica preoccupava non poco. Abbiamo deciso di progettare un sistema 48V con super capa- citore, che garantisse il massimo in termini di sicurezza ma ad un costo competitivo. Sicuramente un’organizzazione accurata, ma soprattutto un chiaro obbiettivo da rag- giungere hanno fatto si che in tempi così stretti potessimo proporre un pacchetto funzionale. Sono particolarmente fiero che il neonato reparto elettronico, sia riuscito a proporre delle soluzioni di una certa importanza. Per la prima volta nella storia dell’azienda sono state impiegate schede elettroniche interamente progettate e rea- lizzate internamente, nello specifico il DC/DC, che si occupa della conversione della tensione, dai 48V dell’impianto di potenza, ai 12V dell’impianto veicolo». E’ possibile schematizzare le varie stra de che si possono seguire per ‘elettriz zare’ un motore termico? «Nel mondo delle competizioni non è anco- ra ben chiara la strada che si vuole intra- prendere per l’ibridizzazione dei propulso- ri. Direi che una grande discriminante, come sempre, è il budget. Questo può variare da qualche migliaio di euro, a qual- che centinaia di migliaia di euro (vedi F1). Tra i fattori più influenti sul prezzo finale c’è ovviamente la potenza di cui abbiamo bisogno, e di conseguenza la tensione del nostro sistema: dopo i 60V diventa perico- losa, quindi l’aspetto sicurezza è giusta- mente predominante. Ricordiamoci però che più alta è la potenza target, e più alta dovrà essere la tensione del sistema, per renderlo efficiente e realizzabile. Basti pensare che in formula E, per rag- giungere potenze dell’ordine dei 250 kW, vengono impiegate batterie con tensioni massime di circa 900V. Tenendo i costi contenuti si opta quasi sempre per un’uni-
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