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35 Quali sono i mercati di riferimento e quelli potenzialmente interessanti per il futuro? «Inizialmente il mercato era quasi esclusivamente nazionale e la produzione era, come indicato prima, fondamentalmente basata su componenti meccanici per le vetture da competizione, e ancora ad oggi, in questa branche, il mercato di riferimento è prevalentemente italiano. In seguito abbiamo cominciato a progettare alcune attrezzature, come i sollevatori pneumatici, che oggi sono adottati dalla maggior parte di campionati e di team. Questo ha cominciato ad aprirci il mercato estero, fino a quel momento molto ridotto. A partire di allora abbiamo sviluppato in proprio diverse attrezzature che hanno marcato l’inizio di un nuovo ciclo. Queste attrezzature sono state adottate da top team in prestigiosi campionati come la Formula 1 ma non solo. E’ una tipologia di clienti quasi tutta europea quindi lo sviluppo dell’area estera è stato molto importante e dal 2012 interessa il 30% circa del fatturato. Le esigenze di questo tipo di clienti, oltre a spingere la nostra capacità di offrire il meglio a livelli superiori, con una continua ottimizzazione e innovazione, hanno innescato l’espansione di alcune aree aziendali e il cambio di ottica in quelle più a contatto con questo tipo di cliente. Di vitale importanza e in continua crescita ad esempio è l’Ufficio tecnico e/o di Progettazione, che integra l’area Qualità. Negli ultimi anni sta continuando ad espandersi per ovvi motivi, e al suo interno vengono gestite anche le certificazioni delle attrezzature. Non meno importante è l’area di Sviluppo commerciale, che gestisce le attrezzature e cura il rapporto con i team in tutti i campionati oltre che con i nuovi clienti, e che in collaborazione con l’Ufficio Tecnico stanno trasformando la visione aziendale per adeguarla alle necessità attuali. Grazie a questo nuovo approccio, per la divisione attrezzature l’ obiettivo è diventato non solo incrementare la nostra presenza nei campionati europei, ma creare basi solide anche per una presenza più significativa nei mercati americano e asiatico, nei quali siamo presenti ma in una percentuale ancora molto bassa». collaborazioni in diversi team. L’azienda è nata nel 1988 con l’obiettivo di creare stabilità lavorativa a tutto il gruppo di persone che collaborava insieme a mio fratello Roberto e a me nei diversi campionati formula dell’epoca. Da allora, l’azienda ha iniziato a produrre diversi componenti per costruttori di vetture, quali Dallara e Lucchini ed è quindi cominciata la crescita dell’area produttiva anche se nei primi periodi questa conviveva con la collaborazione in pista con alcuni team. Una fase a sé stante è stata la progettazione e costruzione di una vettura propria della categoria Sport Prototipi, che si è dovuta concludere abbastanza rapidamente per motivi economici. Quello che poteva sembrare un fallimento ha invece permesso all’azienda di focalizzarsi sull’attività di produzione e di progettazione di attrezzature e di ampliare il ventaglio di quei clienti che valorizzavano la precisione e le nostre abilità produttive». Quali sono settori in cui siete presenti e, se ci sono, quelli in cui vorreste entrare? «Il core business è il motorsport ma una parte importante è anche la produzione di componenti per vetture stradali di alto livello, costruite in serie limitate. Il nostro principale obbiettivo, prima di pensare ad altri settori, è consolidare quelli in cui siamo presenti ed eventualmente acquisire maggior rilievo in essi».

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