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4 by Stefano Semeraro Gianfranco De Bellis, il 2019 è stato un altro anno di grandi soddisfazioni per Tatuus, che come costruttore e fornitore di servizi ha saputo mostrarsi all’altezza di un impegno in moltissime categorie sparse in tutto il mondo. Da cosa vogliamo partire? «La sorpresa più piacevole del 2019 è stata la W Series. Ovviamente sono andati bene anche tutti gli altri progetti, che però sono ormai consolidati, gestiti insieme con partner che conosciamo da anni, parlo di grandi professionisti del motorsport come la Renault, Dan Anderson per quanto riguarda la Road to Indy negli Usa, o Jonathan Palmer in Inghilterra. Con loro, anche se non bisogna mai dare nulla per scontato, sai già in partenza che le cose andranno bene, infatti i risultati sono stati eccezionali. La W Series invece ha rappresentato una sorpresa, soprattutto per come gli organizzatori sono riusciti a creare qualcosa di unico con una professionalità assoluta. Ci vuole coraggio a tentare strade nuove; in fondo sono tutte iniziative con costi importanti, per questo li ammiro. Chi non fa nulla di nuovo magari non sbaglia, ma non crea i presupporti per essere ricordato». Cosa si attende dalla seconda stagione del campionato? «Dal punto di vista sportivo e dei risultati sarà ancora più importante, ne sono convinto. La selezione, i criteri adottati, una più approfondita conoscenza della vettura, il rodaggio complessivo della macchina organizzativa, porteranno ad un campionato con prestazioni più elevate. Ci sarà anche più pressione, perché in questi mesi nel mondo si è parlato molto della W Series, quindi non sarà più una curiosità, ma una categoria da cui ci si aspetta una crescita complessiva». L’impegno nella W Series che cosa ha significato per Tatuus? «Le macchine, se vogliamo, alla fine, funzionano tutte alla stessa maniera. Relazionarsi con persone del livello che la W Series ha schierato in tutti i reparti di una organizzazione così importante, piuttosto, è stata indubbiamente una grande esperienza. Dopo trent’anni nel motorsport mi sembrava che non ci fosse più nulla da inventare. Loro invece ci sono riusciti, e questo è l’insegnamento: non bisogna aspettare il mercato, ma avere il coraggio di proporre innovazione. Anche se spesso non è facile. Io ad esempio non avrei mai pensato ad un campionato femminile. All’inizio c’è stato scetticismo, qualche critica, ma loro sono stai bravi a creare entusiasmo». E forse a creare una tendenza… «Esatto. Sono stato con Giovanni Delfino all’ultima gara della Formula 4 in Spagna, tre delle partenti erano donne, mentre ad Abu Dhabi la Al Qubaisi nella gara che si è corsa in concomitanza con la F.1 ha ottenuto una vittoria davvero storica. Sono fatti che non erano immaginabili solo pochissimi anni fa. Poi certo anche tutti gli altri tutti meritano, i ragazzini di Formula Renault sono stati bravissimi, come lo è stata la Renault a insistere in un momento molto difficile». W Series

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