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36 Intervista/Luca Orlandi Una nuova era Andiamo alla scoperta della vettura di Formula 4 di seconda generazione e delle sfide future che attendono Tatuus by Mattia Tremolada D al 2004 è una delle colonne portanti di Tatuus. Direttore del reparto tecnico dell’azienda di Concorezzo, l’ingegnere Luca Orlandi, oltre ad essere il padre degli ultimi successi quali la Formula Regional e la Formula 4 di seconda generazione, si pone l’obiettivo di “trasmettere la mia esperienza e la passione per la progettazione e la meccanica ai ragazzi che collaborano con me, sperando possano assaporare le medesime soddisfazioni che solo un lavoro in questo settore può dare”. Laureato in ingegneria meccanica presso l'università di Brescia, Orlandi è entrato in Tatuus come disegnatore e progettista, ma da allora ha scalato le gerarchie, diventando un membro fondamentale dell’ufficio tecnico. Con lui abbiamo parlato di tutte le ultime novità sfornate da Tatuus, a partire ovviamente dalla T‐421, la vettura di Formula 4 di seconda generazione che ha fatto il proprio esordio alla fine della stagione 2021 per poi andare a (quasi) monopolizzare il palcoscenico mondiale della categoria F4 nel 2022. La vettura è dotata dei più moderni sistemi di sicurezza FIA. Quali nuove sfide per la progettazione ha comportato la presenza dell’halo e degli altri sistemi di sicurezza come i pannelli anti‐ intrusione laterali? “In realtà per questo progetto la vera sfida è stata quella non tanto di integrare l’halo, esercizio che già avevamo fatto con la Formula Regional, quanto cercare una soluzione intelligente che ci permettesse di togliere peso dal telaio. Grazie ad alcune novità apportate da FIA a livello regolamentare, l'espediente è stato quello di integrare tali pannelli all'interno della laminazione del fianco del telaio stesso. In questo modo si sono potuti ottenere molteplici vantaggi, non solo in termini di peso, ma anche di rigidezza e di economicità del processo produttivo. Semplificando, il pannello incollato comporta attrezzature, stampi specifici, maschere di incollaggio e il processo produttivo stesso risulta essere molto lungo e complesso. Tutto questo determina tempi e costi di produzione onerosi. Il pannello integrato risolve molti di questi problemi, snellendo le procedure e accorciando i tempi. Ovviamente tutto questo ha necessitato un certo dispendio di energie ed un buon numero di test di laboratorio per poter essere messo opportunamente a punto”. Quali altre peculiarità contraddistinguono la nuova vettura? “Il nuovo regolamento tecnico ha permesso un'estensione complessivamente maggiore dell'underbody. La macchina ha un passo più lungo rispetto al vecchio modello, in particolare è stata incrementata la superficie del fondo nella zona che si estende dietro all'asse posteriore. In termini semplicistici, maggiore superficie equivale a maggior carico. Inoltre, sono aumentati gli sbalzi dai rispettivi assi ruota dell'ala anteriore e posteriore, ciò ha determinato una migliore distribuzione del carico. La distanza maggiore tra le appendici aerodinamiche ha comportato un miglior controllo del bilanciamento aerodinamico, il risultato è una vettura molto più sensibile alle variazioni di set‐up aerodinamico e quindi semplice da mettere a punto sotto questo aspetto. Abbiamo sfruttato il potenziale offerto dalle simulazioni CFD curando in modo particolare l'efficienza aerodinamica, studiando ed ottimizzando anche i flussi interni alle carrozzerie allo scopo di incrementare l'effetto deportante del corpo vettura e minimizzando le perdite di efficienza delle superfici esposte”.
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