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INDYCAR
IL PUNTO
Marco Cortesi
Il 2012, l'anno della svolta per l'IndyCar
Series, è finalmente iniziato. Mai come
questa volta è servita una pausa ristoratri-
ce dopo la tragedia, le polemiche e le pre-
occupazioni di fine 2011 che avevano mes-
so a tratti in dubbio l'esistenza stessa della
categoria. Se la triste scomparsa di Dan
Wheldon ha lasciato un vuoto difficile da
colmare c'è come sempre la determinazio-
ne nel voler andare avanti, pur con qualche
ombra. Primo capitolo, i risultati dell'in-
chiesta su Las Vegas. Appurato che il colpo
mortale al pilota inglese è stato causato da
uno dei pali delle catch-fence, lasciati par-
ticolarmente scoperti dalla scelta costrutti-
va adottata, la serie ha temporaneamente
accantonato il circuito del Nevada, lascian-
do però regolarmente in calendario Fort
Worth, che utilizza lo stesso tipo di barrie-
re e sul quale, proprio a causa dell'esposi-
zione dei pali, Davey Hamilton aveva ripor-
tato anni fa serie lesioni. Unica direttiva, la
preferenza espressa dalla IndyCar per del-
le reti che siano davanti anziché dietro ai
pali rispetto alla pista. Se è vero che le gare
su ovali non saranno mai sicure, è dovero-
so ridurre per quanto possibile i rischi: un
messaggio che dovrebbe essere imposto a
forza. Lo stesso discorso riguarda i banking
progressivi, ovvero la particolare progetta-
zione che vede l'inclinazione della pista
aumentare sulla parte esterna, e che per-
mette di avere molte più traiettorie conve-
nienti allo stesso tempo. Una soluzione
ideale per la Nascar, ma sicuramente meno
sicura per le ruote scoperte: out tutti i trac-
ciati di questo tipo nel 2012, potrebbero
tornare nel 2013. Se dal punto di vista del-
le piste le cose sembrano, almeno per il
momento, relativamente più tranquille, dal
lato delle vetture si è registrato l'annuncio
di una serie di modifiche alle sospensioni
che dovrebbero risolvere i problemi di
bilanciamento sugli ovali riscontrati causa
l'eccessivo peso di cambi e motori. Nono-
stante i guai dipendano dai fornitori origi-
nari, ad offrire una soluzione ci ha pensato
Dallara.
"L'IndyCar ci ha chiesto una mano e abbia-
mo buttato il cuore oltre l'ostacolo. Mette-
remo a catalogo nuove componenti per gli
ovali che daranno più libertà ai team per
migliorare la distribuzione pesi - ha spie-
gato Andrea Toso - per quanto riguarda il
motore, ad esempio con Honda siamo
saliti di 30kg, ma è stato così anche per il
cambio: tra fare un prodotto più pesante
che mantenesse il costo ed uno più legge-
ro che costasse molto di più si è scelta la
prima strada e l'organizzatore si è trovato
stretto tra più fuochi…". Una situazione
che ha visto il costruttore italiano finire al
centro di una serie di polemiche - per la
stragrande maggioranza sterili - e che
sicuramente non cesseranno, anzi proba-
bilmente aumenteranno con la crescente
competitività della DW12. Completata la
prima fase di test per Honda e Chevrolet
e consegnati i primi chassis alle squadre,
inizieranno ora le prove private, ed entre-
rà in gioco il marchio Lotus. Il propulsore
inglese, realizzato da Judd, è guardato da
tutti con timore e, oltre alle ordinarie con-
Simon Pagenaud
nuovo pilota
del team Schmidt
Mike Conway si è
accasato al team Foyt
Ed Carpenter
in pista anche nel
per il 2012