Pirelli e la Formula 1. Una relazione
che entra nel secondo anno dopo il
clamoroso ritorno del 2011. Un inizio
febbrile e concitato che ha portato,
nonostante qualche inevitabile scos-
sone, a chiudere un'annata positiva
nuovamente in vetta al motorsport
mondiale. "L'investimento nella For-
mula 1 è sicuramente stato positivo
non solo per un motivo di visibilità”,
spiega il Presidente Marco Tronchet-
ti Provera. “Il settore premium è uno
di quelli più in crescita e quello in cui
siamo leader. Questa partnership dà
molteplici benefici sia in termini di
relazioni con grandi costruttori sia di
relazioni coi teamche si traducono in
dati utili per la produzione". E se con-
siderata la rapidità con cui le cose si
sono avviate, non si può che essere
colpiti dai risultati ottenuti in un las-
so di tempo estremamente breve. E'
stataun'avventuranata velocemente:
"Sapevamo che il contratto di Bridge-
stone era in scadenza, ma come tutti
eravamo convinti che sarebbe stato
rinnovato - commenta Maurizio
Boiocchi - poi è successo l'imprevedi-
bile. La F.1 si è trovata ad avere l'an-
nuncio della fine del contratto molto
tardi, e abbiamo fatto la nostra pro-
posta". Una proposta che non è stata
studiata al microscopio solo dal pun-
to di vista tecnico, ma anche da quel-
lo economico: "C'era un tavolo tecni-
co con a capo Ross Brawn, e dall'altra
parte uno economico con Martin
Whitmarsh". Per la prima volta dopo
anni, i team sono stati chiamati a
pagare per gli pneumatici e, con i pri-
mi test in programma pochi mesi
dopo, questo ha aggiunto ulteriori
difficoltà. "All'inizio di maggio 2010
abbiamo iniziato a pensare come fare
una gomma da Formula 1, anche per-
ché i dati che avevamo erano ormai
storici enonè che siamolto facile ave-
re linee produttive simili. Abbiamo
creatoun teamche lavorava sul pneu-
matico, quello che seguiva il progetto
ultraperformance del P-Zero, messo
a supporto dei chimici per quanto
riguardava le mescole e degli struttu-
risti per la carcassa, ed un team che
nel frattempo pensava a realizzare la
fabbrica vera e propria."
Come già accaduto per il Mondiale
Rally, per laSuperbikeeper laGrand-
Am, la scelta è caduta sulla Turchia,
con l'utilizzo dello stabilimento di
Izmit non molto ben digerito dai fan
della massima formula. "Il motivo è
semplice, tutte le altre nostre fabbri-
che sono quasi completamente auto-
matizzate, mentre per uno pneumati-
co da Formula 1, o racing in generale,
la componentemanuale ha ancoraun
peso molto importante. Quindi
abbiamo completato il reparto, con
persone giovane e anche neolaureate
e siamo partiti. Il primo test era al
Mugello il 16 agosto, nel frattempo
Hembery aveva trovato le Toyota e
fatto un accordo, e all'ultimo come
pilota arrivò anche Heidfeld, che ave-
va avuto una bambina la notte stessa
e si presentò stravolto. Servì il mas-
saggiatore per svegliarlo. Tuttavia,
fino all'Australia siamo stati in sospe-
so, dato che le gomme utilizzate nei
test non erano ancora completamen-
te industriali e avevamo avuto condi-
zioni meteo molto diverse da quelle
verosimili per una gara." Alla fine
l'impegno ha pagato, e ha mostrato,
oltre alle capacità tecniche, anche
grandi doti di reazione e adattamen-
to. "La decisione è stata presa col cuo-
re e con la pancia. A darci una mano
c'è stata una realtà in cui i teampaga-
vano pneumatici quindi non si tratta-
va di un investimento pesantissimo
sul lungo termine, chi utilizzava le
gomme si sarebbe trovato una fattu-
ra da pagare, bisognava mettere
insieme una squadra di alto livello in
tempi estremamente ristretti e abbia-
mo dimostrato di esserci riusciti".
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UN’AVVENTURA A… TUTTA VELOCITÀ
Boiocchi, Tronchetti, Pirondini e Gori in posa nello stabilimento turco