Page 13 - Italiaracing

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QUESTA VOLTA
OGIER NON SBAGLIA
Buona la seconda: Sébastien Ogier
(sopra
) si getta dietro le spalle il
ricordo del busso monegasco e con la Fabia gestita dalla Volkswagen
mette d’accordo tutti gli altri che hanno fre la mnai una Super2000.
Non sbaglia niente, il francese, tiene testa a un bel manipolo di piloti
armati più e meglio di lui e chiude ai margini della top ten. Non è l’uni-
co a distinguersi con le aspirate: pure Per-Gunnar Andersson con la Pro-
ton fa assai bene e così pure Andreas Mikkelsen con l’altra Fabia in sal-
sa tedesca. Dietro a loro, tenace e concreto, chiude Graig Breen. E sarà
bene tenerlo d’occhio.
IN SVEZIA
PROVE SPECIALI
DA VERI PILOTI
Una prova da oltre centoquattordici di media, un’altra da oltre cento-
dodici. Archiviata la kermesse serale di Karlstad, protagonisti e compri-
mari del Rally di Svezia si sono trovati a confrontarsi con un paio di spe-
ciali da uomini veri. E dopo il misto lento di Kirkener, hanno messo le
ruote sul tratto di Finnskogen. E’ tradizionalmente un rally veloce quel-
lo che si corre nel profondo nord: con o senza la rassicurante presenza
dei muri di neve ai lati della carreggiata, si viaggia quasi sempre con il
pedale dell’acceleratore a fondo. Nella loro fredda essenzialità i nume-
ri lo confermano:
E davanti ai tabulati vien da pensare che nel Bel Paese, in base alle scioc-
che regole imposte dagli inquilini del palazzo, un percorso come quel-
lo dell’appuntamento scandinavo sarebbe fuorilegge. Incuranti di quel
che succedere oltre confine, Angelo Sticchi Damiani e suoi sodali han-
no deciso che i rally italiani oltre che corti devono essere lenti. Conti-
nuiamo così, continuiamo a farci del male.
VIVA L’EUROPA
Una tappa, la prima, disegnata in gran parte in Norvegia e le due restan-
ti in Svezia. Il mondo piccolo dei rally scopre finalmente che l’Europa
non è solo un’espressione geografica. Non è la prima volta che un rally
sconfina, l’aveva già fatto il Monte-Carlo nei primi anni Settanta pren-
dendo a prestito alcune prove del Sanremo, e non siamo, non ancora,
alla fusione fra due gare. Ma il passo compiuto dagli scandinavi è
comunque importante. E potrebbe aprire la strada a una nuovo modo
di disegnare il calendario iridato. Anche se, per farlo, ci sarà bisogno di
tanta umiltà da parte degli organizzatori. Merce rara, forse…