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FORMULA 1
JEAN-ERIC VERGNE
Marco Cortesi
Jean-Eric Vergne è parte di una una nuova
ondata transalpina che sta arrivando in For-
mula 1. Nata dagli obiettivi e dalla determi-
nazione di una federazione che, ironia della
sorte, si trova senza un Gran Premio, la
"nidiata" include anche Charles Pic, Jules
Bianchi ed il ritorno di Romain Grosjean,
cresciuto agonisticamente oltralpe e dalla
doppia cittadinanza. Nato il 25 aprile 1990,
Vergne ha brillato in molte delle categorie a
cui ha preso parte, precedendo lo scorso
anno in World Series Renault anche il più
esperto compagno Daniel Ricciardo nella
World Series 2011. La lotta per il posto da
"secondo" di Sebastian Vettel è aperta...
Qual è il bilancio fina-
le dei test di Jerez?
“La sensazione è stata
positiva. La macchina
sembra essere una buona
piattaforma. Tutto è
andato secondo i piani e
ho fatto molti chilome-
tri, apprezzando gli effetti dei cambiamenti
del set-up sulla vettura. Devo tenere da par-
te gli aspetti straordinari del lavoro in F.1 e
puntare a concentrarmi sull'aspetto lavorati-
vo”.
Sei uno dei rookie della stagione, pen-
si di poter recuperare il gapverso i tuoi
colleghi più esperti per l'inizio del
campionato?
“Penso di essere pronto. Ho fattomolto lavo-
ro al simulatore, poi ci sono stati due test ad
Abu Dhabi con la Toro Rosso nel 2011 e con
la Red Bull nel 2011. Certo non ho molta
esperienza, ma ci saranno altri test e mi sen-
to di poter imparare velocemente”.
Hai particolari pressioni consideran-
do che il programma Red Bull include
anche tanti altri giovani che vorrebbe-
ro prendere il tuo posto?
“C'è una filiera, ed è così che funziona. Parte
dalle formule minori, passa dalla Toro Ros-
so e può portare alla Red Bull. E' quello che
ha fatto Sebastian Vettel. Ci sono anche tan-
ti ottimi giovani,ma non vogliopensare trop-
po al futuro. C'è una stagione, quella 2012, da
affrontare, e sono orgoglioso di essere qui e
di essere parte di questo programma”.
Qual è il modello a cui ti ispiri?
“Stimo tutti i piloti che sono stati in Formu-
la 1, non è che c'è un particolare ideale, cer-
to avrà un sapore particolare essere sulla gri-
glia con Michael Schumacher, ma questo è
quello che dico ora. Non sono in F.1 per esse-
re uno dei tanti: una volta che sarò su quella
griglia a Melbourne tutto cambierà e sarò
concentrato nel fare il massimo possibile”.
Pensi ci sarà competizione col tuo
compagno di squadra?
“Pensodi avereunottimo compagnodi squa-
dra, ci conoscevamo già da prima e questo ci
può aiutare nell'impegno nei confronti del
team. Il compagno alla fine è la prima e uni-
ca comparazione che hai a parità di condizio-
ne, ma più che confrontarsi l'importante è
lavorare insieme per portare avanti la mac-
china e aiutare la squadra”.
L'automobilismo francese viene da un