Page 35 - Italiaracing

This is a SEO version of Italiaracing. Click here to view full version

« Previous Page Table of Contents Next Page »
35
talenti così da renderli adatti alla Red Bull.
Se Mark deciderà di porre fine alla sua car-
riera, allora dovremo essere capaci di for-
nire alla Red Bull un pilota che abbiamo
portato al livello di vincere delle gare».
Ciò potrebbe avvenire alla fine di
questa stagione?
«Non ne ho idea. Ma ho dei dubbi, visto che
il livello della Red Bull è molto elevato. La
mia previsione è che dovranno aspettare
ancora un po’. Per ora Mark non ci ha dato
alcuna indicazione sul fatto che stia pen-
sando al ritiro».
Lei ha detto che servono circa tre anni
per mettere alla prova il talento di un
pilota. I due nuovi piloti avranno a
disposizione tutto questo tempo?
«Be’, talenti comeSenna, Schumacher oVet-
tel non crescono sugli alberi. Ci vuole tem-
po. E come ho detto prima, molto dipende
da come dimostra di saper crescere un pilo-
ta. Se un giovane dispone di sufficiente
determinazione e disciplina, emette qualco-
sadi suo sul tavolo, alloranel girodi una ven-
tina di gare sarà in grado di farsi notare
anche correndo con un team di medio livel-
lo. Offrendo uno scorcio del suo talento un
pilota può elevarsi sopra gli altri, e la Red
Bull cerca proprio quel tipo di talento».
Come allenate i rookie?
«Si tratta di una faccenda molto articolata.
Inizia con la preparazione fisica: come sta-
bilire un regime di allenamento, una dieta
bilanciata, come prepararsi per i test e le
gare, come evitare o rendere minimo il jet
lag, e così via. La successiva fase di appren-
dimento riguarda i weekend di gara. Al pri-
mopostodell’agenda c’è la cooperazione con
gli ingegneri. Ma ci sono altri aspetti, come
il rapporto con i media, con gli sponsor, l’im-
pegno che riguarda il marketing, quindi c’è
un programma molto complesso da gestire.
Un’altra questione importante riguarda
l’abituarsi a nuovi tracciati. In primo luogo,
ciò significa un grande lavoro al simulatore
e la capacità di capire cosa i dati significano
su piste diverse. Come ho detto, è una fac-
cenda molto complessa e intensa, e spero
che saremo capaci di fornire ai nostri due
ragazzi la migliore scuola possibile per farli
diventare dei vincenti».
Come si dice addio a due giovani che
si avventuranoversoun futuropiutto-
sto incerto?
«Questo è uno sport di alto livello e gli addii
fannoparte del gioco. Entrambi i piloti devo-
no dire grazie alla Red Bull, senza la quale
non sarebbero mai entrati in F.1. Ora spetta
a loro sfruttare la chance la Red Bull ha dato
loro. Fra l’altro, Buemi è ancora con la Red
Bull in qualità di terzo pilota. Cosa succede-
rà ad Allguersari? Non ho informazioni al
momento, ma ancora una volta, grazie alla
Red Bull entrambi dispongono di una buo-
na base per proseguire le loro carriere.
Magari in F.1, con un altro team. Non voglio
dire che non sono adatti alla F.1, visto che
entrambi hannomostrato di avere talento in
alcune gare; semplicemente che non ne han-
no abbastanza per la Red Bull. Ma posso
pensare che siano in grado di diventare dei
top-driver altrove e avere una carriera di
successo».
Il 2011 è stato un po’ una montagna
russa per la Toro Rosso. A volte avete
incassato dei punti, altre lasciato la
pista a mani vuote. Il 2012 sarà diver-
so?
«Certo, la speranza è sempre quella. Ma ci
sono varie ragioni per cui può non accadere.
Sia il team sia i piloti hanno commesso erro-
ri nel 2011, quindi in inverno abbiamo lavo-
rato duro per ottenere una maggiore conti-
nuità. Spero che avere una buona base per il
2012 si riveli importante per ottenere una
buona stagione nel 2012».
Vergne e Ricciardo nei test di Jerez
hanno mostrato un buon potenziale.
Come si aspetta che ci sorprenderan-
no nel 2012?
“Tutti e due hanno fatto molto bene in tutte
le categorie in cui hanno corso prima di arri-
vare inF.1, e sì, hannomostrato il loropoten-
ziale a Jerez. Daniel, con 11 gare di F.1 all’at-
tivo e parecchi venerdì di prove con noi, ha
un vantaggio. Ma in generale posso dire che
l’effetto sorpresa non è facile da gestire
durante il primo anno. Ma nel secondo deve
necessariamente arrivare. Quello che mi
aspetto è che entrambi ottengano perfor-
mance consistenti. Ciò significa che dovran-
no migliorare. Non voglio dire che dovran-
no per forza andare a punti, a meno che non
abbiamo costruito una macchina vincente!
Lamiaprevisione è che leprimequattrogare
extraeuropee sarannodifficili, perchénessu-
no dei due conosce le piste, ma una volta che
saremo tornati inEuropami aspetto che fac-
ciano decisamente meglio. Fatemi dire
un’ultima cosa. Per me non è un problema
se un pilota disputa una grande gara e in
quella successiva ha un calo, fa parte del gio-
co. Entrambi avranno un “crash-period”, è
una fase inevitabile del loro processo di
apprendimento. E’ stato lo stesso con Vettel.
Ma a un certo punto dovranno trovare una
loro solidità, e la domanda è: chi ci riuscirà
meglio? Aspettiamo e vediamo».
anche abbastanza chiaro che nessuno dei
due, durante il terzo anno, ha mostrato una
solida e chiara tendenza verso l’alto, e que-
sto ci ha portato a concludere che nessuno
dei due era quel tipo di vincente che la Red
Bull stava cercando. La domanda, comun-
que, riguardava i nuovi piloti. Be’, per ora
quello che possiamo dire è che ce l’hanno
fatta ad arrivare in F.1. Ora aspettiamo di
vedere come sapranno crescere. Noi, come
team, speriamo di poter dare loro tutto il
supporto di cui hanno bisogno. Ma solo alla
fine della stagione potrete chiedermi se
hanno la stoffa che serve».
Uno dei compiti della Toro Rosso è
quello di trovare un degno sostituto
al veterano Mark Webber. Quale dei
nuovi piloti ha più potenziale in que-
sto senso?
«Il compito della Toro Rosso è di crescere