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IRC
ANTEPRIMA
Guido Rancati
C’è Andreas Mikkelsen che il titolo l’ha
vinto l’anno passato e c’è Juho Hanninen
che l’ha vinto due anni fa e magari l’avreb-
be rivinto, se a Mlada Boleslav non aves-
sero deciso diversamente. C’è anche
Bryan Bouffier, primo tredici mesi fa al
Monte-Carlo, ma il piatto piange. E’
un’edizione un po’ così questa dell’Inter-
continental Rally Challenge che va a
cominciare. Non che il finale sia già scrit-
to, ma l’incertezza non è più quella di un
passato recente. Per il ridotto impegno
della Peugeot, certo, ma non solo.
Nato (anche) per garantire una vetrina
alle Super2000, il campionato alternativo
patisce inevitabilmente la crisi irreversibi-
le di una categoria che pure ha mostrato
una sua valenza e che, nel tempo, ha sapu-
to attirare un bel gruppetto di costruttori.
Prima di essere messa ai margini
per dare spazio alle Regional Rally Car.
Che forse decolleranno, ma per ora resta-
no confinate in spazi ristretti. Il fatto che
poi, quasi certamente, l’anno venturo la
serie pensata da un manipolo di persone
intelligenti e proposta da Eurosport
Events uscirà di scena non aiuta ed accen-
dere tanti entusiasmi. Anche se lo merite-
rebbe per la qualità degli appuntamenti
che, pure orfana del Monte-Carlo, conti-
nua a proporre. A cominciare da quello
che sta per andare in scena a Ponta Del-
gada.
Quello azzoriano è un rally vero, con pro-
ve vere inserite in uno scenario che ha
pochi eguali al mondo. E conta su un albo
d’oro di prima qualità: per dire, fra i vari
big che nell’isola maggiore dell’arcipelago
portoghese hanno scritto il loro nome, c’è
anche Juha Kankkunen. Ha una storia
importante, insomma. Come gran parte di
quelli che seguiranno.
Pochi gli italiani
AAAprotagonisti italiani cercasi. Disperatamente. Scorrere l’elenco degli iscritti del primo atto stagionale
dell’Intercontinental Rally Challenge mette tristezza: come nella serie iridata, anche in quella alternativa non c’è
neppure un pilota del Bel Paese che possa ragionevolmente sperare di battersi per un posto sul podio. E’ il segno
inequivocabile di una crisi profonda che chiama direttamente in causa chi, nel palazzo, ha occupato e occupa posti
importanti. A cominciare da quelli che abitualmente fanno passerella alla partenza e all’arrivo del Rally d’Italia, gli
stessi che, nei giorni scorsi, hanno disinvoltamente cancellato la decisione presa pochi mesi fa dai componenti
dell’esecutivo dell’Automobile Club d’Italia di trasferire l’appuntamento italiano dalla Sardegna alla Sicilia.
25 febbraio – Isole Azzorre
17 marzo – Isole Canarie
7 aprile – Irlanda
12 maggio – Corsica
3 giugno – Ungheria
23 giugno – Belgio
7 luglio – San Marino
22 luglio – Romania
2 settembre – Repubblica Ceca
16 settembre – Ucraina
30 settembre – Bulgaria
13 ottobre – Italia
3 novembre – Cipro
Il calendario 2011
Juho Hanninen