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FORMULA 1
IL CASO
Stefano Semeraro
«All’inizio ci sarà doffrire, non siamo anco-
ra al 100 per cento». Parla Fernando Alon-
do e lunghi brividi rossi scorrono lungo la
schiena. Gomme calde, anzi bruciacchiate,
e sudori freddi. La Ferrari negli ultimi test
in Catalogna non ha soddisfatto nessuno e
a pochi giorni ormai dall’inizio della stagio-
ne fra tecnici, piloti e tifosi serpeggia un
dubbio terribile, una paura difficile da pro-
nunciare. E cioè, che anche la nuova F2012,
come la famigerata “150”, sia una Rossa
nata lenta e che le toccherà rincorrere la
concorrenza. Per evitare che dopo i test
dilagasse il pessimismo, a Maranello han-
no proclamato il silenzio stampa, Massa e
Alonso in teoria dovrebbero starsene a boc-
ca cucite, ma Nando non è uno che si fa
comandare troppo facilmente e così, di pas-
saggio al Camp Nou per assistere al match
del Barcellona, ha ammesso che qualche
problema c’è. «Diciamo che non abbiamo
la velocità di Iniesta e Messi – ha buttato lì
con ironia amara il ferrarista, madridista,
in visita agli storici ma ammiratissimi riva-
li del Barca – quindi non aspettiamoci tan-
to dalle prime gare». Non è un’opinione
solo personale, visto che a confermare la
poco incoraggiante impressione è stato Pat
Fry, il direttore tecnico della Ferrari: «Sono
deluso dal nostro livello di prestazioni,
abbiamo ancora tanto lavoro da fare. La
scorsa settimana abbiamo cambiato la
posizione degli scarichi e questo ci ha mes-
so sulla difensiva, ora si tratta di recupera-
re». No, l’ennesima remontada no! viene da
pensare. Il problema dunque sarebbero gli
scarichi e anche qui pare di essere in un film
già visto. Il progetto iniziale della F2012 li
prevedeva orientati verso l’esterno – come
quelli dell’ultima versione in casa Red Bull
– poi la direzione era stata cambiata, ma
con il risultato, a quanto pare, di soffiare
pericolosamente vicino alle gomme. Se la
“150” faticava a mandare le coperture in
temperatura, insomma, la F2012 produce
l’effetto opposto, e dopo un giro o poco più
le morbide della Pirelli rischiano di squa-
gliarsi.
E dire che in Ferrari è stato chiamato
anche Hamashima, l’ex-guru della Bridge-
stone, proprio per risolvere il rompicapo
gomme. Alla vettura manca carico aerodi-
namico, ma la paura grande è che in inver-
no, nonostante lo sviluppo della F2012
fosse iniziato già a metà della scorsa sta-
gione, si sia perso del tempo. Gli scarichi
diretti verso l’esterno e in basso, nella zona
che sta fra ruote e ala, sarebbero la cura
giusta per la pigrizia della Rossa, ammet-
te Fry: «Noi abbiamo provato a realizzar-
li, ma non ci siamo riusciti del tutto, e visto
che non saremmo stati in grado di farcela
per le prime quattro gare siamo tornati
indietro cambiando direzione. Ma la stra-
da giusta, con le nuove regole, è quella,
perché consente di recuperare un quarto
del vantaggio che si aveva con il doppio dif-
fusore, infatti la stanno percorrendo tutti.
Se avremo bisogno di uno sviluppo picco-
lo o grande ora però non lo so». Decretare
il destino di un’annata solo dopo i test,
dove tutti sperimentano in condizioni
diverse, è difficile e spesso fuorviante, la
risposta vera la si otterrà solo a Melbour-
ne. Però, oggi viene la tremarella a pensa-
re ad una Rossa non solo incapace di col-
mare la distanza con Red Bull e McLaren,
ma superata anche dalla Mercedes e – il
dio dei motori non voglia! – messa in dif-
ficoltà anche dalla Lotus o dalla Force
India o magari dai team che adottano
motori Ferrari come Sauber e Toro Rosso.
Anche perché se lo scenario dovesse con-
fermarsi questo, e lo slogan il solito
(“Anche quest’anno si vince l’anno prossi-
mo”), le possibilità che ad Alonso venga in
mente di cambiare casacca per giocare con
un team finalmente vincente aumentereb-
bero vertiginosamente. Anche le bandiere,
prima o poi, si stancano di aspettare il ven-
to.