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FORMULA 1
ANTEPRIMA MELBOURNE
Stefano Semeraro
Non sappiamo ancora se sarà un’altra stagione griffata
Red Bull, di sicuro sappiamo che sarà una stagione da leo-
ni. Sei, per l’esattezza: Sebastian Vettel, Jenson Button,
Lewis Hamilton, Kimi Raikkonen, Fernando Alonso,
Michael Schumacher. Non era mai successo in oltre ses-
sant’anni di storia che in uno stesso campionato scendes-
sero in pista sei piloti con in bacheca almeno un titolo
mondiale. Quattordici coppe sulla griglia, e se le sette di
Schumacher sembrano lontane e il loro 43enne padrone
un filo stagionato – ma non rassegnato, va detto – gli altri
cinque hanno tutti età e ambizioni compatibilissime con
nuovi trionfi. Dai 24 anni di baby Vettel ai 32 di iceman
Kimi, una sventagliata impressionante di talenti diversi
per indole, stili e storie. Alonso è il bicampeon che cerca
(disperatamente?) la consacrazione del terzo titolo sulla
rossa, Hamilton il McEnroe del tennis sempre in equili-
brio fra genio e crisi di nervi, Button il playboy maturato
in maniera sorprendente che lo insidia da compagno di
squadra; Raikkonen il revenant che nessuno ormai più si
aspettava di rivedere nel Circus, una variabile ancora da
decifrare, Vettel il recordman di precocità lanciato all’in-
seguimento dei record del suo collega e connazionale, il
suo antico maestro Michael Schumacher. Certo, anche
Webber, Massa – uno che campione virtuale lo è stato per
una manciata di secondi e per mezzo chilometro nell’an-
no del successo di Hamilton -, omagari NicoRosberg han-
no la chance e la voglia di aggiungersi alla lista quest’an-
no, ma è sulle spalle e sui caschi dei Magnifici Sei che ine-
vitabilmente grava la responsabilità di farci vivere un
anno diverso. Fatto non solo di regolamenti e tattiche, di
trucchi e sviluppi da ingegneri, ma anche di emozioni e
duelli, di brividi e sorpassi. Compito non facile, in una F.1
che è riuscita a produrre forse le monoposto più antieste-
tiche della storia, con quei “nasi” da boxeur fatti apposta
per imbrigliare i flussi aerodinamici, ma per ora capacis-
simi soprattutto di smorzare il tasso di eleganza. Negli
ultimi anni lo strapotereRedBull ha quasi umiliato la con-
correnza, e sulle (indubbie e notevolissime) doti di fighter
di Vettel grava una sottile ipoteca dovuta proprio a quel-
la superiorità. Quest’anno, a detta di tutti gli addetti ai
lavori, di saggi, medici e sapienti della F.1 la differenza fra
le astronavi di Chris Horner e Dietrich Mateschitz e le
immediate rivali dovrebbe essere meno evidente, meno
scoraggiante. Sul ghiaccio sottile delle ipotesi, che saran-
no confermate o smentite solo dalle prime gare di stagio-
ne – corre allora leggera la speranza di rivedere in pista
più tecnica individuale, più cuore, più intuizione. Anche
se sappiamo tutti fin troppo bene che l’aspetto tecnologi-
co è fondamentale e prepotente in F.1, ci aspettiamo la
rivincita del Fattore Umano. Perché in fondo a tutte le
considerazioni e a tutti i cinismi, a tutte le analisi e tutti i
pronostici, nel cuore profondo di chiunque ami le corse
c’è sempre l’attesa, il desiderio di ammirare un gruppo di
uomini capace di dominare la tecnica e darsi battaglia in
maniera comunque incerta, a volte sublime. Quest’anno
tocca soprattutto a quei sei fenomeni dimostrarci che in
quella speranza c’è una dose di ragione e di realtà.
SEBASTIAN
VETTEL
2
KIMI
RAIKKONEN
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