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WEC
MARCO BONANOMI
Marco Cortesi
Sarai in pista a Le Mans! Come ti senti
dopo l'annuncio ufficiale?
“E' stato bellissimo sapere della conferma della
quarta macchina, anche perché con il ritiro del-
la Peugeot c'erano stati alcuni dubbi. Per fortu-
na è arrivata la conferma e va benissimo così!”
Hai una lunga esperienza in prova, ma ti
senti pronto per affrontare una compe-
tizione al top del panorama endurance?
“L'esperienza in prova è stata molto importan-
te. Avrò svolto in totale una cinquantina di gior-
nate compreso anche l'inizio di quest'anno, e
includendo anche tutti gli aerotest e le prove in
linea retta. Mi sento assolutamente pronto.
Prontissimo. Non vedo l'ora di essere in pista
con del traffico, anche se sappiamo che ci sarà
qualche problemino di visibilità. Facciamo un
po' fatica a guardarci attorno e l'abbiamo nota-
to già dai test. Molti colleghi hanno già riferito
del problema e già lo scorso anno in diverse
occasioni c'è stata qualche toccata di troppo”.
Prossime tappe ora Sebring, dove non
correrai, e Spa-Francorchamps. Pro-
spettive?
“Ora sono comunque in partenza per Sebring,
prima della gara ci saranno dei test da fare e
anche dopo porteremo in pista le nuove vettu-
re. ASpa, ioe Jarvis avremo il vantaggiodi poter
faremolti chilometri dato che Rockenfeller sarà
impegnato con il DTM e saremo al volante solo
noi due”.
Quest'anno avrete anche un nuovo
avversario, Toyota. Si sentegià lacompe-
tizione?
“La Toyota secondo me sta facendo un ottimo
lavoro. Sappiamo poco, ma da quel che è trape-
lato la macchina va già molto forte in rettilineo
essendo a benzina e aLeMans sarà difficile con-
trastarla, in particolare in qualifica. Ovviamen-
te, tutto dipenderà dall'affidabilità, ma già a
vedere le foto sembra che abbiano sistemato
molti dettagli imparando dalla nostra esperien-
za e da quella della Peugeot”.
Come ti trovi, dal punto di vista umano,
in Audi?
“L'ambiente è fantastico. Prima di tutto, quello
che dicono lo fanno. E' una cosa che nella real-
tà italiana manca un po' e invece loro ti danno
una sicurezza che è importante. Certo, ti spin-
gono a dare il massimo nel lavoro e nelle pre-
stazioni da ottenere. Non è facile, ma è quello
che mi sono abituato a fare in questi anni. Per
loro conta tanto anche il rapporto umano.
Come uno lega con gli altri piloti, come vive
all'interno del team. L'aver fatto così a lungo il
tester mi ha dato la possibilità di entrare nella
famiglia. Avendo passato anche un po' di tem-
po a Ingolstadt, ho potuto conoscere veramen-
te tutti, non solo chi c'è in pista, ma anche chi
rimane sempre in ufficio, a livello dirigenziale
e non. Sembra che anche loromi abbiano accol-
to bene, dopo qualche diffidenza che all'inizio
però è normale”.
Senti un po' di pressione nell'essere, per
certi versi, un erede di Dindo Capello?
“Pressione in questo senso assolutamente no,
sia perché non voglio rimpiazzare nessuno, ma
soprattutto perché anche se volessi, Dindo non
è rimpiazzabile. Ripetere quello che ha ottenu-
to lui sarà difficile per chiunque altro. E poi in
Audi è il pilota più amato, umanamente parlan-
do. E' sincero, semplice e alla mano, naturale…
Dindo! Qualunque persona con cui parli di lui,
anche in Germania, si mette a ridere. In senso
buono ovviamente, perché ha immediatamen-
te ricordi positivi”.
Cosa farai oltre a gare e test con la R18?
“Oltre al programma coi Prototipi, farò anche
il Blancpain Endurance Trophy con l'Audi R8
WRT, con l'esclusione di Silverstone per la con-
comitanza con Spa. Non vedo l'ora di essere in
gara”.
L’Audi si fa e-Tron
L'Audi che Marco Bonanomi guiderà a Le Mans sarà un'evoluzione di quella portata in pista lo scorso anno, ma ad essere sulle prime
pagine è in questo periodo la nuova R18 e-Tron. La nuova vettura utilizza un sistema ibrido simile a quello introdotto sulla Porsche 997
Hybrid e sviluppato a suo tempo dalla Williams per la F.1. L'energia viene recuperata in frenata e trasferita ad un generatore che aziona un
volano meccanico. L'effetto giroscopico e la sospensione magnetica del volano consentono di immagazzinare l'energia, che viene restituita
alle ruote anteriori da due motori elettrici nelle successive accelerazioni. Il regime di rotazione del volano in carbonio può raggiungere i
45.000 giri al minuto. Oltre al sistema di recupero d'energia, per l'occasione evoluto dalla WHP (Williams Hybrid Power) è arrivato un altro
componente direttamente dalla F.1, ovvero il cambio scatolato in carbonio. Con l'avvento dei pneumatici larghi all'anteriore, e la necessità
di spostare il peso davanti, si tratta di un passo importante e che - almeno nella massima formula - aveva all'inizio dato parecchi
grattacapi. Probabilmente anche per questo è arrivata la scelta di "sdoppiare" la partecipazione tra e-Tron e due vetture tradizionali. Che
per Bonanomi e per i colleghi al via sulle TDI "normali" in versione 2012 possa essere un vantaggio?