Dario Sala
Il WTCC ha iniziato la sua ottava stagione
con qualche buon auspicio per il futuro. Il
campionato è in crescita rispetto a quello
dell'anno scorso. Lo si è visto dal paddock
dove, accanto a qualche struttura imponen-
te in più, c'è stato un brulicare di personag-
gi che formeranno il mondiale del futuro
prossimo. Molto attivi in questo senso
Alessandro Mariani che entrerà nel WTCC
alla guida del team JAS che gestirà le Hon-
da ufficiali e gli uomini Seat, guidati da Jai-
me Puig, venuti di persona ad assistere al
debutto del loro nuovo motore che dovreb-
be equipaggiare poi la vettura con la quale
faranno ritorno nella serie iridata. Anche
gli uomini Ford non sono stati con le mani
in mano. C'è chi giura che prima di Valen-
cia la marca possa dare l'annuncio del suo
ingresso ufficiale. Vedremo. Resta la sensa-
zione di un campionato in decisa crescita e
all'alba di una nuova fase della sua breve
vita. Lo ha detto anche Jean Todt nella visi-
ta annuale alla categoria. Dal punto di vista
sportivo c'erano molti aspetti che destava-
no curiosità . In primis, l'arrivo della Ford
con la Focus. Il team Arena ha fatto le cose
in grande perché di fatto può accedere alla
tecnologia del settoremotorsport della casa
madre. La Focus è stata svezzata nella gal-
leria del vento della Ford, modificata in
coabitazione con la casa madre e il motore
è stato preparato dalla Mountune la stessa
che prepara il 1.6 turbo della Fiesta WRC.
Un pacchetto di tutto rispetto quindi, che
però a Monza ha un po' deluso. La vettura
non è stata trovata conforme nelle sospen-
sioni e nell'assale. E' stata accettata in dero-
ga, ma le sono stati aggiunti 30 chili al peso
minimo. Dovrà essere a norma per la gara
del Marocco. In prova e in gara le macchi-
ne hanno patito. Ancora troppo acerbe, ma
la strada è quella giusta. Come è stato per
tutti, ci vorrà del tempo.
Molto atteso anche il nuovo motore Seat
costruito dall'Oreca. L'unità non ha tradito
le attese visto come ha rinvigorito le Leon
che con Gabriele Tarquini hanno portato
via la pole position e il terzo posto. Non è
stato tutto rose e fiori però. Qualche pro-
blema di affidabilità esiste. Tarquini lo ha
cambiato dopo le prove mentre dopo il
warm-up allo stesso sono stati cambiati
altre componenti che davano preoccupa-
zione. Pepe Oriola non si è potuto schiera-
re in tempo in gara due e Aleksei Duduka-
lo non ha completato un giro. Anche qui c'è
da lavorare. E' normale. Risolti i guai, la
Seat può realmente candidarsi ad essere un
spina nel fianco della Chevrolet magari già
nella gara di casa a Valencia.
Un plauso poi lo merita Yvan Muller. Sape-
vano tutti che era bravo. AMonza si è supe-
rato. In prova non ha impedito a Tarquini
di sfruttare la sua scia e in pratica gli ha fat-
to fare la pole. “ Lo rispetto, so che anche
lui avrebbe fatto lo stesso”. Poi, in gara si è
preso due vittorie magistrali nonostante i
suoi compagni abbiano provato a vincere
con ogni mezzo, anche non lecito. Muller li
ha letteralmente ignorati, gli è passato
“sopra” e in conferenza stampa li ha quasi
giustificati. Un signore nell'abitacolo e fuo-
ri. Detto di Tarquini, va sottolineata la pro-
va d'autore di Stefano D'Aste che ha vinto
gara due fra gli Indipendenti. Il solito cuo-
re, il solito spettacolo e un bella vittoria. I
debuttanti Alberto Cerqui e Pasquale di
Sabatino si sono difesi. Il primo ha corso
bene. Si è fatto prendere dal nervosismo in
gara, poi si è riscattato. Chi lavora con lui
dice che caratterialmente è forte e che è
capace di reagire. Lo ha dimostrato. Deve
crescere ovviamente. Il WTCC è ad un altro
livello, ma è nel team giusto, con un com-
pagno giusto che non gli nega nessun con-
siglio. Anche Di Sabatino non è andato
male, ma ha patito qualche guaio di troppo
con la vettura e con l'olio in pista. I suoi
tempi sono migliorati durante il fine setti-
mana. Non male per il pescarese, che ha
sempre corso in monoposto.
76
WTCC
GARE A MONZA