MERCATO
IN PANNE
Il mercato dell'auto crolla. Colpa della crisi italiana
ma anche di tante scelte sbagliate che hanno portato
a spremere l'automobilista come un limone
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Marco Marelli
Parli al telefono e ti dimentichi l'auricolare? Sono cinque punti sulla paten-
te in meno, oltre a una bella multa. Esageri con la velocità? In autostrada
ci pensa il tutor, sulle statali i sempre più numerosi autovelox. Vai in cit-
tà? Per entrare si paga e anche per parcheggiare se sei fortunato. Perché i
posti sono sempre meno.
Aumento dei bolli, rincari continui delle assicurazioni, copiosi controlli non
appena hai una macchina nuova: ma oggi, questa benedetta automobile,
chi la vuole più? In questi mesi non si fa altro che parlare di crisi del mer-
cato dell'auto ma pochi sottolineano che avere un'automobile è diventato
un vero incubo. In questi anni tutti si sono messi d'impegno per uccidere
il desiderio di possedere un'auto e anche le Case nulla hanno fatto per difen-
dere il mezzo che più regalava libertà. Un esempio? Negli ultimi dieci anni
c'è stata la corsa all'omologazione antinquinamento e mentre ogni comu-
ne faceva di testa sua nessuno se ne è preoccupato. Il risultato? Chi aveva
comprato una euro 4 senza filtro non poteva circolare, chi ha preso una
Euro 3 ha capito dopo poco tempo che aveva un mezzo preistorico. Quin-
di cosa può pensare un cittadino che ha investito 20 mila euro su una Golf
euro 4 o una Panda diesel e per diversi giorni l'ha dovuta lasciare in gara-
ge? Oppure c'è qualcuno che si mai chiesto cosa pensi la gente di tutti que-
sti restyling e nuovi modelli che hanno portato a svalutazioni sempre più
rapide e importanti? Per non parlare poi delle promesse non mantenute
sulla mobilità a idrogeno prima e poi, oggi, su quelle elettriche. In mezzo
l'ibrido che a vedere bene promette tanto sulla carta ma poi non mantiene
nella realtà tant'è che veicoli come alcuni SUV ibridi appena lanciati alla
prova verità hanno mostrato consumi ed emissioni non così esaltanti. Col-
pa dei cicli omologativi europei che li favoriscono ma anche di scelte del-
l'industria più legate all'immagine e al marketing che all'ingegneria. Così a
ben vedere oggi viene proprio da dire che l'automobilista si è stancato, stu-
fato. E quindi non ci pensaminimamente a cambiare auto. Perché da ogget-
to di libertà si è trasformato in strumento di persecuzione da parte di chi
governa, produce, media... vende.