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Stefano Semeraro
Confusi e scontenti. Abituati a dominare,
gli ex-marziani della Red Bull sembrano
precipitati sul pianeta terra e in Cina si
sono trovati a lottare nel traffico, invece
che volare nella stratosfera di una supe-
riorità che non c’è più. Mago Adrian
Newey non ha ancora imbroccato l’incan-
tesimo giusto, in qualifica le cose non van-
no affatto bene e il riflesso lo si vede nel-
l’ondeggiamento tecnico-tattico che sem-
bra dare un po’ le vertigini al team. Seba-
stian Vettel ha utilizzato la vettura con gli
scarichi che soffiano centralmente, utiliz-
zata solo nei primi due test, MarkWebber
quella con gli scarichi rivolti all’esterno,
entrambi sono scivolati giù dal podio:
insomma l’idea di mescolare un po’ le car-
te non ha pagato. Il primo ad ammetter-
lo è stato Chris Horner, non uno che nor-
malmente pasteggia a pane e umiltà. «E’
stata una gara molto complessa e piena di
sorpassi. Considerato da dove siamo par-
titi e dove eravamo al momento del pri-
mo pit-stop abbiamo dovuto affrontare
delle decisioni strategiche difficili. Siamo
stati i primi a fermarci conMark, una scel-
ta molto aggressiva, e abbiamo fatto rien-
trare presto anche Sebastian. A quel pun-
to abbiamo deciso di differenziare le stra-
tegie, tre stop per Mark e due per Seb. Il
nostro ritmo era buono e abbiamo fatto la
gara sulle McLaren, sfortunatamente le
gomme anteriori della macchina di Seb
hanno sofferto moltissimo, probabilmen-
te per la battaglia con Raikkonen, e alla
fine non gli era rimasto molto per com-
battere. Considerato però che era 15esimo
al primo stop, il quinto posto è un ottimo
risultato. Anche Mark ha avuto un ultimo
stint molto lungo, nel quale si è battuto
conHamilton, e ha perso la posizione solo
all’ultimo. Comunque si tratta di un buon
gruzzolo di punti». Be’, per chi era abitua-
to a prendersi tutta la cassaforte o quasi,
l’ammissione di un mezzo fallimento.
«Alla fine non avevo più gomme – ha con-
fermato Vettel – e il problema è che nei
rettilinei non siamo abbastanza veloci,
non era facile sorpassare e quindi si per-
deva tempo. Visto il brutto primo giro che
ho fatto, il quinto posto non è male. Ho
mancato la partenza, come non mi capita
spesso, poi ho recuperato un po’ grazie
alla strategia. Diciamo che ci è servita
come esperienza – ha concluso con un
sorrisino stirato Sebastian, un altro “bad
loser” – e speriamo di poterla utilizzare
permigliorare nelle prossime settimane».
Per vincere partendo dalla pole ci vuole
velocità e talento, per risalire la griglia
servono calma e grinta, facile capire come
il bicampeon abbia voglia di tornare in
fretta nella condizione originaria. «A un
certo momento ho visto dei cartelli che
dicevano P13/P14 – ha borbottato invece
Webber – e quindi il quarto posto finale
non è da buttare via. Ho commesso degli
errori quando cercavo di spingere la mac-
china sul secondo rettilineo, la strategia
era buona anche se i tre stop sono sempre
un azzardo, visto che rischi di finire nel
traffico. Oggi Nico è stato bravo e per noi
va bene così, però ora dobbiamo miglio-
rare». Come aprire una lattina e sentire,
per una volta, che il gusto non è quello
giusto.