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GP BAHRAIN
LOTUS
Due che comunque – in maniera diver-
sa, arrivando da storie diversissime – nel
Circus stanno cercando e forse hanno
trovato una seconda vita, una seconda
occasione. Kimi dopo aver vinto unmon-
diale ed essere stato respinto dalla Fer-
rari che gli preferì Fernando Alonso e
proseguire con Felipe Massa; Grosjean
dopo essere stato messo da parte (per i
suoi comportamenti) dalla Renault ai
tempi dello scandalo del baby Piquet.
Kimi ha speso due anni sugli sterrati e gli
asfalti del Mondiale Rally, poi addirittu-
ra ha fatto un tentativo nellaNascar, sen-
za combinare un granché, ma la gara di
Al Sakhir ce l’ha restituito uguale a come
era: veloce, indecifrabile, freddo al limi-
te dell’indisponenza (a volte anche
oltre), magari non un leone nei sorpassi,
ma capace di gare supersoniche.
Del resto che la Lotus fosse a tiro di podio
si era già visto, la macchina è azzeccata
e veloce. «In Cina avevamo fatto la figu-
ra degli sciocchi – ha detto con la sua
immutabile flemma Kimi – siamo arri-
vati lì lì e poi siamo crollati nel finale.
Stavolta le gomme hanno retto fino in
fondo, e avrei potuto anche vincere. Ho
avuto una chance di passare Vettel, non
ci sono riuscito, ho spiattellato le gom-
me ed è finita lì. Un peccato vero, per il
team è un buon risultato, ma io sono
arrabbiato. Però avrò altre occasioni».
La Lotus ha azzeccato la gestione delle
gomme (nuove) in gara, se Raikkonen
fosse uscito a entrare nel Q3 invece che
fermarsi all’undicesima posizione sulla
griglia avrebbe potuto davvero far vede-
re i sorci verdi a Vettel. Nella lotta per la
pole. Comunque una soddisfazione per
questo strano team-Frankestein, astru-
so, anomalo, a volte enigmatico, che ha
avuto il merito di issare sul podio le inse-
gne che furono di Colin Chapman per la
prima volta dopo il terzo posto di Piquet
senior in Australia nel 1988.
In Bahrain, la Lotus ha portato un pac-
chetto di sviluppo importante, con muso
e cofano motore nuovi, in stile Red Bull,
ma anche con modifiche all’ala posterio-
re. Per ora la E20 è forse la vettura più
coraggiosa per quanto riguarda la conce-
zione del diffusore, e sfrutta un tunnel
aerodinamico molto particolare, che
agevola i flussi d’aria. Una concorrente
in più per un Mondiale che al momento
non ha padroni, e dove ha messo un pie-
de anche Grosjean, il francese-svizzero
che ha riportato il sorriso alla sua patria
motoristica (la Francia appunto), che
non saliva sul podio dai tempi di Jean
Alesi in Belgio nel 1998. Oggi i francesi
in F.1, contandoGrosjean, sono tre, dopo
anni di vacche magrissime. La Lotus è
stata brava nelle prime gare a dare fidu-
cia a Romain, che ha toppato malamen-
te un paio di volte, la quarta chance gli
ha regalato un podio che lui stesso, per
primo, non si aspettava. In pista
Romain ha ceduto il passo educatamen-
te a Raikkonen, ma non ci sono stati
ordini di squadra, il finlandese era sem-
plicemente più veloce, e passando di lì ha
iniziato a riprendersi un pezzo di se stes-
so che aveva messo in un cassetto tre
anni fa.