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TRO IL MUGELLO:
La tre giorni del Mugello è stata un
successo di pubblico, 30mila presen-
ze secondo gli organizzatori, ed è una
voce in bilancio che conta nel dibat-
tito sull’opportunità per i team di F.1
di ritornare a provare inmaniera più
continuativa durante la stagione. Il
blocco dei test era stato imposto nel
2008 per calmierare i costi ma alcu-
ne delle scuderie più danarose –
soprattutto la Ferrari – non hanno
mai digerito il divieto. Infatti a fare
da padrona di casa nel primo spira-
glio di ritorno all’antico è stata pro-
prio la Rossa, che ha accolto i rivali
sul circuito di casa – ma non tutti
hanno gradito la scelta del tracciato.
Vitaly Petrov, ad esempio, si è detto
poco contento delle condizioni di
sicurezza del circuito toscano. «Non
penso saremmo dovuti venire qui, la
pista non è larga e non è sicura abba-
stanza», ha dichiarato il russo della
Caterham. «Se perdi il controllo i
muri sono così vicini che finisci per
schiantarti sulle gomme. Non è fatta
per la F.1, se perdi pressione negli
pneumatici o capita qualcosa del
genere rischi un botto veramente
grosso». Non tutti la pensano come
lui, va detto. Daniele Ricciardo ha
ammesso di essersi divertitomolto, e
Mark Webber l’ha messa giù nuda e
cruda come è sua abitudine: «10 giri
sull’asciutto al Mugello ne valgono
1000 adAbuDhabi, dal punto di vista
della gratificazione di noi piloti». Il
progetto per il prossimo anno sareb-
be di portare a quattro le sessioni di
prova durante la stagione, in vari
tracciati, resta da capire quale F.1 si
vuole per il futuro. Se la strada da
imboccare è quella del risparmio, i
test vanno limitati il più possibile
(anche se poi le scuderie più danaro-
se riescono comunque a trovare
modi di pendere, in tecnologia di
simulazione e capitale umano), se si
punta ad un risultato tecnico e spet-
tacolare più consono al blasone del-
la categoria bisognerà trovare un
compromesso e permettere ai team
di “allenarsi” un po’ di più. Petrov
permettendo…