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IRCUP
RALLY DI BASSANO
Guido Rancati
Foto: Monai e Cavion
Di guardie del corpo non ne ha bisogno, a
garantirgli quel minimo di tranquillità alla
quale, in gara, nessuno può rinunciare ci
pensano gli amici. E nel mondo dei rally,
Robert Kubica di amici ha saputo farsene
parecchi. Certo: a volerlo vedere da vicino,
a chiedergli un autografo o una foto sono
sempre in tanti, ma l’abbraccio della gente
non è quasi mai soffocante. Così, ai parchi
assistenza fa le stesse cose che fanno tutti:
parla con gli uomini della sua squadra, but-
ta giù un boccone, torna accanto alla sua
vettura e si prepara a fare ciò che più gli pia-
ce. A battersi contro piloti la cui popolarità
è per forza di cose limitata, ma dei quali sa
tutto. La musica cambia quando si infila il
casco in testa.
“
E’ incredibile ciò che riesce a fare in pro-
va speciale”, conferma Emanuele Inglesi
alla fine della cavalcata sulle prove specia-
li del Città di Bassano. Aggiunge: “La sen-
sazione, netta, è che ha sempre la situazio-
ne sotto controllo e poi, con lui, si percor-
rono varie centinaia di metri in meno per-
ché riesce a pennellare traiettorie perfette”.
Testimone privilegiato della recita veneta
del campione polacco, il copilota frusinate
parla con la voce sognante di chi sa perfet-
tamente di aver visto cose che molti fatica-
no anche solo a immaginare. E’ stato co-
protagonista della prima vittoria in un ral-
ly vero di un ragazzo cresciuto sulle piste,
di uno che se il destino cinico e baro non si
fosse messo di mezzo adesso sarebbe a gio-
carsi la corona iridata con Fernando Alon-
so, Sebastien Vettel e Lewis Hamilton. Un
grandissimo al quale manco passa per l’an-
ticamera del cervello l’idea di tirarsela.
Osserva Agostino Roda, uno che lo conosce
come pochi: “Robert si comporta sempre
come uno di noi, ma in realtà non è come
noi: lui ha almeno una marcia in più”. Già,
lo dicono i suoi trascorsi in F.1 e lo confer-
ma la sua evoluzione nelle corse su strada.
Sull’asfalto veneto è stato strepitoso. Sem-
pre: nella seconda parte della gara quando,
con le stesse gomme dei suoi avversari, ha
fatto il vuoto e ancora di più nella prima,
quando era riuscito a contenere i danni a
dispetto di “scarpe” assai poco adatte a un
fondo umido e scivoloso come sapone.
“
Conosco ben queste strade: quando sono
bagnate non si sta in piedi”, fa notare
Manuel Sossella alla fine di una contesa
che, alle prime battute, aveva pensato di
poter vincere.
E’ su quelle strade che Kubica ha costruito
il suo successo. Costretto a scegliere fra
pneumatici morbidissimi e abbastanza
“
aperti” da non garantire di sopportare l’im-
pegno di tre piesse in rapida successione e
pneumatici intermedi “chiusi”, ha optato
per questi ultimi e il risultato gli ha dato
ragione: ha lasciato qualcosa a Oriella nel
primo tratto del mattino e ha accettato di
lasciare a Sossella più di quanto gli aveva
preso nella prova-spettacolo la sera prima.
Nella terza ha mandato un segnale chiaro e
poi, montate le stesse Pirelli dei suoi avver-
sari, non ce n’è più stato per nessuno. Più
veloce in sette dei nove tratti a disposizione,
ha chiuso con oltre un minuto sul vicentino.
Tanta roba, anche se il battuto, a un certo
punto, ha saggiamente badato più ai punti
che gli mancavano per confermarsi padro-
ne dell’International Rally Cup. Ha dato
spettacolo, s’è divertito e, soprattutto, ha
avuto dal suo fisico le risposte che cercava.
E adesso l’asso dell’est guarda avanti. Ha in
programma una serie di test in circuito con
una vettura a ruote coperte, altri test su stra-
da e almeno altri tre rally, il Renault Event
quasi certamente con la Clio Super1600,
Como e il Var con una Citroen C4.
I campioni Sossella-Nicola