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Guido Rancati
Ancora una vittoria, la settantacinquesima in carriera. Ancora un titolo iridato, il nono conse-
cutivo, il secondo conquistato fra la sua gente. Ma questa volta è tutto diverso e almeno per un
attimo anche l’uomo di ghiaccio si scioglie. Pare davvero far fatica a contenere l’emozione,
Sébastien Loeb. “Non posso dire che non mi aspettavo finisse così”, ammette appena prima di
salire sul podio. Spiega: “E’ che per quanto fossi preparato a questo momento, viverlo e senti-
re l’affetto di una moltitudine di persone mi regala sensazioni inattese”. Confessa: “Franca-
mente, non riesco a trovare le parole giuste per descrivere ciò che sto provando”. Aggiunge:
Forse perché solo ora realizzo che questo è l’ultimo mondiale che ho vinto”.
Intorno è un tripudio di bandiere alsaziane, quelle con sei corone disegnate, tre meno di quel-
le che l’Extraterrestre ha collezionato in rapida successione nelle sue dieci stagioni di frequen-
tazione assidua della serie regina. I canti che qualche migliaio di persone intonano sotto la
pedana lo aiutano a convincersi che non sta sognando, che è tutto vero. Ascolta, si guarda intor-
no e le parole cominciano a venir fuori: “E’ andata come Daniel e io avevamo immaginato:
volevamo chiudere i conti qui e lo abbiamo fatto. Siamo campioni del mondo e con noi lo è
anche la Citroen, è super. E in più, è tornato il sole: cosa potremmo volere di più?”.
Già, a illuminare la scena nella seconda parte di una giornata iniziata sotto l’acqua c’è anche
il sole. Non è tempo di recriminazioni, ma se avesse potuto, la premiata ditta franco-monega-
sca l’avrebbe acceso prima, mentre affrontava la boucle del mattino: “Le condizioni erano dav-
vero pessime e toccava a noi, primi sulla strada, spazzar via le pozzanghere più grandi. Difat-
ti abbiamo anche rischiato di finire in un fosso”, informa Loeb. “Non dobbiamo essere stati i
soli a farlo”, butta lì Elena. E ci sta che abbia ragione. Sia come sia, lo scampato pericolo li ha
convinti a evitare altri rischi, ad accettare che Jari-Matti Latvala erodesse fino a dimezzarlo il
margine che lo separava dalla vetta prima delle ultime sei prove. “Buon per noi che eravamo
ripartiti conmezzominuto di vantaggio: così non fosse stato, per vincere anche la gara si sareb-
be dovuto rischiare e non so se l’avremmo fatto”, osserva il rallista più decorato della storia.
Dopo aver fatto notare che correre in difesa ha qualche vantaggio: “Fra la folla a bordo stra-
da, inevitabilmente c’erano molti dei miei amici di sempre e alcuni sono riuscito a salutarli”.
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MONDIALE RALLY
FRANCIA