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GP SINGAPORE
FERRARI
Stefano Semeraro
E’ la vecchia storia della slitta e dei cani. La muta
che insegue è più veloce e molto minacciosa, ma
ogni volta che si fa sotto, il guidatore della slitta get-
ta un po’ di carne e i cani si fermano a mangiarla.
Quando hanno finito, l’inseguimento riprende. Fer-
nando Alonso è bravissimo a guidare la sua slitta
rossa, in questa stagione sta inanellando un mira-
colo dopo l’altro, e la sua bravura da “F3nom3no”
(
così gli hanno scritto a Singapore sulla lavagnetta
dai box) la si vede soprattutto quando non vince.
Anche nella prima tappa della trasferta in estremo
Oriente Nando ha fatto tutto il possibile, ha estrat-
to quello che poteva dalla Rossa, e ha buttato un po’
di cibo agli inseguitori che, apparentemente colti
dalla jella del secondo posto (chi si trova secondo
in classifica dopo il ferrarista inevitabilmente paga
dazio), non sono riusciti a guadagnare granchè. A
Monza il secondo era Vettel, e la sua Red Bull si fer-
mò fulminata dall’alternatore; questa volta il diret-
to avversario era Hamilton, bloccato dal cambio
andato in tilt quando ormai era sicuro della vitto-
ria. Solo Sebastian ha rosicato 10 punti ad Alonso
ed è tornato secondo (occhio!) a -29, gli altri tre
principali avversari hanno segnato il passo. Si chia-
ma campare (anche) sulle disgrazie altrui ed è uti-
lissimo per vincere i titoli. Ma per quanto può cam-
pare, Alonso, contando su una dieta simile, oltre
che sul proprio smembramento fisico? A Singapo-
re ha perso 3 litri di sudore e per riuscire a stare
attaccato ai migliori, con una Ferrari decisamente
affidabile ma ancora inferiore nelle prestazioni, in
fatto di stress deve pagare ogni volta un conto sala-
tissimo. Dopo la partenza un po’ titubante anche
stavolta Fernando è stato bravo a gestire gomme e
vettura, ad alzare il ritmo prima del secondo pit-
stop per stringere su Maldonado. Ma senza le usci-
te di Pastor e di Hamilton, senza le due safety-car
che hanno concesso una tregua alle sue stanche
Pirelli quando rientrare ai box avrebbe significato
rinunciare al podio, la situazione sarebbe stata
decisamente meno allegra.
A Spa, dopo il botto innescato da Grosjean aveva
profetizzato che anche agli altri sarebbe capitato di
fermarsi, il conto aperto con la fortuna può però
estinguersi da un momento all’altro. «Non si fer-
meranno sempre – ha ammesso Fernando dopo il
traguardo, stravolto dalla fatica e comprensibil-
mente preoccupato per la non esaltante performan-
ce della F2012 – Noi abbiamo sofferto per tutto il
weekend. Bisogna trovare delle soluzioni per fare
un ulteriore passo in avanti. Non è pensabile pren-
dere un secondo dai migliori in qualifica, qui a Sin-
gapore io sono partito 5° e Felipe 13°. Ci aspettava-
mo di meglio».
La verità è che alcune degli sviluppi portati a Sin-
gapore, ad esempio una nuova ala, non si sono
dimostrati utili, tanto che non sono neppure stati
impiegati in gara. La Rossa continua a dimostrarsi
solidissima, ma se McLaren e Red Bull dovessero
improvvisamente risolvere i lori problemi di affida-
bilità, la slitta targataMaranello rischierebbe di far-
si raggiungere. E magari superare: una beffa. E’
vero che il rifugio – cioè la fine della stagione – si
avvicina, ma la la carne da buttare a bordo è quasi
finita. Servono nuove provviste. «Il podio ottenuto
qui a Singapore, in queste condizioni, è stato un
buon risultato e se si considera il lavoro che abbia-
mo fatto meritiamo di stare in testa alla classifica,
anche se le prestazioni non sono da n.1. Fisicamen-
te questa è stata la gara più dura della stagione. A
Suzuka porteremo altri sviluppi, in Corea e ad Abu
Dhabi ci aspettano due circuiti poco favorevoli, ma
sono sicuro che la Ferrari reagirà». Per abituarsi al
caldo di Singapore Alonso ogni sera si faceva di cor-
sa 10 chilometri lungo la pista, ma ora tocca anche
agli ingegneri dare un po’ più di energia alla vettu-
ra.
«
In settimana analizzeremo tutto e vedremo di
ricominciare a sviluppare la macchina come a ini-
zio estate – ha ammesso Stefano Domenicali - Ser-
ve più carico aerodinamico, ma per trovarlo non
dobbiamo farci prendere dalla frenesia. Meglio
poche novità che funzionano che tante inutili. Alon-
so? Se gli daremo una macchina veloce tornerà a
vincere, altrimenti sarà dura rimanere in testa al
campionato». La muta degli inseguitori, sempre
affamata e anche un po’ arrabbiata, ha già ricomin-
ciato a correre e a ringhiare.
Il mondiale
Alonso 194
Vettel
165
Raikkonen 149
Hamilton 142
Webber 132
Button 119