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solo 3 vittorie. Franchitti è approdato da
Ganassi, ha rivinto tutto, ha scelto la
NASCAR, è tornato e ha rivinto tutto di
nuovo. Tony Kanaan, appiedato causa la
mancanza di sponsor, è stato costretto a
diventare il manager di sé stesso e a trova-
re una nuova sistemazione. Marco è entra-
to in un vortice dal quale sembra non poter
uscire mentre Danica Patrick, che dopo la
prima e unica vittoria di Motegi si è trova-
ta in crisi sui tanti stradali dell'IndyCar uni-
ficata, pensa solo al suo nuovo futuro in
NASCAR. Michael Andretti si trova schiac-
ciato da un dominio dei team Penske e
Ganassi che dura da quel lontanissimo
2007,
e deve riorganizzarsi. Rileva le quo-
te dei suoi soci, Kim Green e Kevin Savo-
ree, e affronta un 2010 che porta qualche
speranza per il futuro, con una vittoria del
neo-arrivato Ryan Hunter Reay.
Nel 2011, i successi sono tre: con i motori
Chevrolet ed un nuovo regolamento che
metterà tutti alla pari si può puntare al tito-
lo, ma occorre risolvere il vero nodo della
questione: trovare un leader. La scelta sem-
bra scontata: buttarsi sull'unico pilota che
può ricollegare la squadra al suo passato
vincente. Colui che anni prima aveva domi-
nato, che del nuovo pacchetto tecnico ha
curato lo sviluppo, e che è da poco tornato
re della 500 Miglia. Un grande campione
ed un grande uomo: Wheldon. Soprattutto,
l'uomo giusto, la mossa vincente. Titoli di
testa, ricomincia lo spettacolo. Peccato
però che l'acqua sotto quel ponte scorra
dannatamente in fretta. In un battito di
ciglia e l'inglese se ne va, per sempre,
lasciando tutti in stato di shock. Nonostan-
te tutto il lavoro e tutti i preparativi,
Andretti si trova punto e a capo. E' strano
che sia nato così il trionfo di Ryan Hunter-
Reay. Il pilota texano, che era arrivato gra-
zie all'aiuto dell'IndyCar nel tentativo di
riportare gloria Stati Uniti, vede uno spa-
zio e sa che può essere il suo. Continua a
non far parlare. Continua a non fare pro-
clami. Passa quasi inosservato. Dopo esse-
re partito alla pari e tramortisce a colpi di
risultati prima i suoi compagni, poi il temi-
bilissimo Will Power, utilizzando le stesse
armi che avevano reso Franchitti il nume-
ro uno in quella stagione, e in molte a veni-
re. E nonostante le sirene di Roger Penske,
Hunter-Reay è pronto a restare dov'è. La
storia non cambia, è solo questione di cicli.