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GP2
GARE A SINGAPORE
Massimo Costa
Prima fu Giorgio Pantano, campione nel
2008.
Poi, Luca Filippi, vice campione nel
2011.
Adesso è il turno di Davide Valsecchi,
campionissimo 2012. Tre italiani che hanno
fatto bene, benissimo, in GP2. Ma due di
questi, Pantano e Filippi, non hanno trova-
to le condizioni, come avrebbero meritato,
per salire inF.1, anche solonel ruolodi tester
nel mondiale. Contro di loro aveva giocato
l’età e il fatto che erano giunti nelle zone alte
della classifica troppo tardi, dopo una dura-
tura permanenza nel campionato. Purtrop-
po Valsecchi si ritrova nelle stesse condizio-
ni di Giorgio e Luca. Ora, non è per fare le
cassandre, ma per il lombardo della Dams il
percorso si farà molto complicato. Davide
non appartiene a nessun programma Junior
dei team F.1, si è sempre gestito la carriera
in proprio, con il budget della famiglia che,
buon per lui, gli ha permesso di affrontare
un lungo percorso nel motorsport, senza
intoppi o bocciature. Entrato nella GP2 nel
2008
dopo due anni nella World Series
Renault, Valsecchi ha raggiunto questa sta-
gione la maturità e forse anche il team giu-
sto per lanciarsi all’inseguimento della coro-
na di campione. E ci è riuscito perfettamen-
te. Guidando meglio degli altri, gestendo
saggiamente le gomme gara dopo gara. Lo
ha detto Jean-Paul Driot, team principal
dellaDams che lo ha accompagnato al trion-
fo: “Davide merita la F.1 per come sa inter-
pretare le corse, per la sua velocità”. Ma la
domanda è: chi lo appoggerà? ConDriot, nel
2011
ha vinto il campionato di GP2 Romain
Grosjean e per lui si èmossoun colosso fran-
cese come la Total per portarlo alla Lotus.
C’è forse in Italia qualche azienda similare
in grado di farsi carico delle spese necessa-
rie per inserire un pilota, anzi, il campione
della GP2, in un buon team di F.1? Temia-
mo che la risposta sia negativa. Gli uomini
CSAI, dal presidente Sticchi Damiani a
Minardi, parlano di impegno nell’allevare i
giovani piloti, di selezioni tra i kartisti di cui
vedremo i frutti tra qualche anno, ma non è
quello il problema. I frutti ci sono anche oggi
e c’erano anche ieri. La Federazione deve
coinvolgere grandi aziende nazionali, altri-
menti è inutile costruire dei piloti se poi non