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NASCAR
GARA A MARTINSVILLE
Marco Cortesi
E nessuno dica che non c'era da
aspettarselo. Dopo un 2011 che
l'aveva visto finire fuori dai giochi
per la Sprint Cup ad inizio playoff,
Jimmie Johnson ha mostrato di
essere sempre lo stesso, il penta-
campione cannibale della NASCAR
moderna. Johnson ha duellato
fianco a fianco durante quasi tutti i
500
giri in programma a Martin-
sville, piccolo ovale della Virginia,
tenendo a bada nel finale Kyle
Busch e conquistando la leadership
nella corsa al titolo nei confronti del
rivale Brad Keselowski. Il pilota
Penske, che dopo qualche difficoltà
iniziale aveva riguadagnato posi-
zioni con una strategia aggressiva,
è stato facile preda del californiano
nelle fasi conclusive terminando
sesto e per lui, che aveva cambiato
solo due gomme all'ultimo pit,
sarebbe potuta andare anche peg-
gio senza una provvidenziale cau-
tion. Sono comunque solo due le
lunghezze che lo separanodalla vet-
ta. Tra Fort Worth, Phoenix e
Homestead si attende un testa a
testa e la lotta vedrà anche il coin-
volgimento di Clint Bowyer, che
con un altro bel piazzamento si è
mantenuto "in zona" per un possi-
bile attacco finale. In realtà, l'alfie-
re del team Waltrip, insieme a Jeff
Gordon, è stato anche uno dei riva-
li più agguerriti di Johsnon in gara,
ma una bagarre accesa ha di fatto
penalizzato entrambi. Terzo dietro
a Busch ha terminato Kasey Kahne,
seguito da Aric Almirola, bravo nel
confermare i miglioramenti del
team Petty nelle ultime fasi della
stagione. Non lontani nemmeno
Brian Vickers e Bobby Labonte,
mentre Greg Biffle è risultato l'uni-
co rappresentante del team Roush
in top-10. Solo quattordicesimo
Matt Kenseth, mentre la giornata è
stata perfino più difficile per Tony
Stewart, impantanato in problemi
di set-up, e Denny Hamlin. Fino a
settimana scorsa in lizza per il tito-
lo, il portacolori del Joe Gibbs
Racing è stato fermato a lungo da
noie elettriche.
JOHNSON
DI MISURA