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GP ABU DHABI
VETTEL VS ALONSO
Alonso invece la gara l’ha vissuta tutta in
nelle posizioni nobili, ma con l’angoscia
delle notizie che gli arrivavano nella radio
a proposito della rimonta di Vettel. Nei pri-
mi giri ha guadagnato due posizioni fonda-
mentali superando Webber e Maldonado,
poi le disgrazie altrui – soprattutto quella
di Hamilton – lo hanno issato al secondo
posto. Un ottimo risultato, con una Ferra-
ri che in qualifica non era andata oltre la
quarta fila e che in gara ansimava dietro la
Lotus di Raikkonen –ma anche una disdet-
ta, visto che dopo la qualifica di Vettel la
speranza era di ridurre ancora di più il gap,
se non di colmarlo. Stefano Domenicali ha
rosicato un po’ più del solito («Vettel non
si può lamentare, stavolta con la safety-car
gli è andata bene…»), Nando l’ha presa con
la filosofia di chi in pista ha sudato tutto il
possibile. «Va bene così, stasera andrò a
letto pensando che il bicchiere è mezzo pie-
no, non mezzo vuoto. Ognuno combatte
con quello che ha, non possiamo pensare di
trasformare la nostra macchina con un toc-
co di bacchetta magica, ma il lato positivo
è che il team è stato perfetto. Le simulazio-
ni ci davano fra il quarto e il sesto posto,
siamo arrivati secondi con una gara più che
impeccabile, tirando sempre al massimo.
La safety-car non ci ha favorito, ma sono
cose che vanno oltre il nostro controllo. Ora
ci aspetta Austin, un circuito nuovo per tut-
ti, speriamo di fare una bella gara e offrire
un bello show in un paese molto importan-
te come gli Usa». L’allegria di chi ha temu-
to il naufragio in Red Bull. La mezza gioia
di chi sperava nel colpaccio in Ferrari.
«
Tutto quello che posso dire è che dobbia-
mo crederci», continua Alonso con il man-
tra già lanciato da Domenicali. «Dobbiamo
essere orgogliosi di quello che abbiamo fat-
to qui, piloti, ingegneri e meccanici. Io non
ho potuto rilassarmi per un solo giro, ma
nonmollo. Se è stata lamiglior gara dell’an-
no? No, la migliore è quella che deve anco-
ra arrivare…”.
Vettel ribatte sorridendo: “Qui non ho
aumentato il mio vantaggio, ma non vedo
l’ora di correre ad Austin, Dovremo attac-
care al massimo negli States, e vedremo
cosa succederà. Siamo sempre stati veloci,
in tutte le gare, e anche quando non abbia-
mo la macchina migliore sappiamo di
potercela fare. Quindi, per dirla con il ger-
go tennistico, non vedo perché ad Austin
non potremmo chiudere il discorso e dire
“
game, set and match».