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Massimo Costa
Si era lamentato tante volte quest’anno.
Se avessi fatto una qualifica migliore, se
avessimo azzeccato il set-up il sabato…
Tanti se, ma Kimi Raikkonen non è uno
che parla a caso. Le poche volte che dice
qualcosa, solitamente è sempre azzeccata.
Poi, non se ne fa un problema se la gente
gli crede o no, l’importante è che lui
sappia esattamente come vadano o
sarebbero andate le cose. Ad Abu Dhabi
tutto ha funzionato alla perfezione e il
finlandese ha fatto la differenza. Come a
Spa 2009, quando con una Ferrari
assolutamente non competitiva riuscì a
vincere l’unico GP di quella stagione che
poi gli costò il posto aMaranello. La Lotus
E20-Renault non vale la Red Bull RB8, la
McLaren MP4/27, la Ferrari F2012, ma a
tagliare per primo il traguardo è stato lui.
Una corsa tutta in apnea, una gran
partenza che da quarto lo ha proiettato
subito alle spalle di Lewis Hamilton
scavalcando Pastor Maldonado e Mark
Webber.
Che
Raikkonen
fosse
particolarmente in giornata lo si è capito
quando ha attaccato senza esitazioni
Hamilton, che faticava non poco a
mandare in temperatura le gomme nei
primi chilometri di gara. Dopo di che, si è
calmato e dalla seconda posizione ha
atteso gli eventi. Girando velocissimo,
schiacciando letteralmente il suo
compagno di squadra Romain Grosjean,
distante anni luce. Segnale inequivocabile
che Raikkonen ci hamesso tanto di suo. A
un certo punto, il suo ingegnere di pista,
evidentemente un po’ troppo previdente,
ha cominciato a parlare via radio con
Kimi di banalità assortite e l’iridato 2007
lo ha zittito con un “lasciatemi solo”. Poi,
quando era in pista per la seconda volta la
safety-car, sempre il suo ingegnere gli
ricordava di scaldare le gomme. E’ no,
Raikkonen non ci ha visto più, mica sono
un pivello avrà pensato, ed ha risposto di
nuovo in maniera seccata. A fine gara, su
questi buffi episodi, ha spiegato: “Loro
provano ad aiutarti, ma se ripetono le
stesse cose due volte in un minuto, non è
che sono così stupido, so cosa faccio,
chiedo il loro aiuto solo se ne ho bisogno”.
Un vero mito Raikkonen, non era facile
portare al successo un team di seconda
fascia come è la Lotus di Eric Boullier.
Qualcuno ha provato a scatenare
sentimenti sul ritorno alla vittoria di un
nome che in F.1 ha significato tanto, ma
lui non si è scomposto: “Non credo ci sia
nessuno di quella squadra adesso, è solo
un nome”. Parole sagge, perché la sua
squadra non è altro che la ex Renault
diretta fino a qualche anno fa da Flavio
Briatore. Con la Lotus, nulla c’entra, se
non per un accordo con il piccolo
costruttore di auto britanniche. Che poi,
ricordiamo, lo scorso anno era legato al
team di Tony Fernandes (oggi Caterham)
e il suo passaggio da una squadra all’altra
ha solo creato confusione. Tornando a
Raikkonen, non va dimenticato che
occupa un inaspettato terzo posto
assoluto nella classifica generale,
preceduto soltanto da Fernando Alonso e
Sebastian Vettel. Incredibile. Come
incredibile è il suo ruolino di marcia.
Raikkonen è l’unico pilota del mondiale
che ha terminato tutti i Gran Premi ai
quali ha preso parte quest’anno
concludendo per diciassette volte su
diciotto in zona punti. Unico buco nero, a
Shanghai,
dove
si
è
piazzato
quattordicesimo. Quando si dice un pilota
affidabile… Ma anche la Lotus nel corso
del campionato si è dimostrata vettura
solida e competitiva, certo non sempre da
assoluto, ma quel tanto per permettergli
di aggiudicarsi il GP di Abu Dhabi e di
essere terzo nella classifica piloti. Il
budget è quel che è, Genii Capital fa i
miracoli e il rischio era quello di perdersi
nel finale di stagione, un po’ come
accaduto nel 2011. Invece, Lopez e
Boullier non hanno mollato l’osso ed è
arrivato questo fantastico successo con
uno dei migliori piloti in circolazione. Per
fortuna che Raikkonen ha lasciato i rally,
per fortuna che è tornato in F.1…
Raikkonen è l’unico pilota del mondiale che ha
terminato tutti i Gran Premi ai quali ha preso parte quest’anno
concludendo per diciassette volte su diciotto in zona punti