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Niki Lauda, è stata una grande stagione per la F.1.
Anche per uno che come lei ha passato ormai più di 40
anni nel motorsport?
«
Sì, è stata una stagione straordinaria. Non avrebbe potuto
andare meglio, se consideriamo tutti gli alti e bassi dovuti alle
gomme e al loro influsso sulle monoposto. Posso dire che per
me è stata la stagione più divertente da quando ero un pilota,
perché quando sei tu che corri la prospettiva cambia».
Per quanto riguarda il titolo costruttori, chi fossero i
veri contendenti è stato chiaro solo all’ultimo. Come
mai?
«
E’ stato detto tante volte che le prestazioni dei team seguono
dei cicli. E’ molto semplice da capire. Se scegli le gomme sba-
gliate, le ali sbagliate e l’aerodinamica sbagliata, non puoi che
peggiorare il tuo rendimento. In questa stagione abbiamo visto
succedersi parecchi cicli, per quanto riguarda le prestazioni dei
team. La Red Bull ha avuto i suoi alti e bassi, come pure la Fer-
rari e la McLaren. Più sei in gamba, più riesci ad accorciare il
ciclo negativo. Semplice».
Come è riuscita la Red Bull ad averla vinta alla fine?
«
Bisogna chiederlo a loro. Io posso dire solo che sono stati mol-
to in gamba…».
E’ stato tutto merito di Adrian Newey
«
Molto probabilmente. Ma è una cosa che sanno tutti, direi».
Che cosa è successo alla Ferrari?
«
Non ne ho idea. Ma la F.1 è fatta così. Qualcuno durante una
stagione riesce ad arrivare al limite delle sue potenzialità, altri
non ci riescono. Capita in tutti gli sport e dall’esterno è inutile
tentare di dare spiegazioni».
Qualche settimana fa lei aveva definito Alonso il più
completo fra i piloti sulla griglia, e aveva in seguito
aggiunto che sul podio di Austin erano saliti i tre
migliori: Alonso, Vettel eHamilton. Chi consideraoggi
il migliore fra questi tre talenti?
«
Anche questo è semplice da dire: quello che ha vinto il cam-
pionato, Sebastian Vettel. Ci è riuscito contro tutte le previsio-
ni. In Brasile ci ha fatto vedere la sua pura voglia di vittoria. Se
fallisci in momenti simili vuol dire che non hai la stoffa giusta.
Ma resto convinto che Alonso sia il pilota più forte quando le
condizioni di gara sono difficili. Anche quando può disporre di
una macchina non velocissima».
Alonso era molto deluso per esserci arrivato così vici-
no. Persino Chris Horner ha avuto parole di ammira-
zione per lui, che ha sempre dato l’impressione di
poter salire sul podio.
«
Con la velocità e l’esperienza di Alonso è ovvio puntare sem-
pre al massimo. L’anno prossimo sarà ancora fortissimo. Se è
riuscito a vincere una volta, perché non dovrebbe ripetersi? Sa
come riuscirci. Sa come migliorare anno dopo anno, e in que-
sto sport sei costretto a migliorarti sempre».
Vettel vincerà ancora con la Red Bull?
«
Alla fine anche lui si sposterà in un’altra scuderia. E’ norma-
le, un po’ come per gli sciatori che cambiano gli sci. Bisogna
cambiare scuderia almeno una volta nella carriera, e continua-
re a vincere. Io l’ho fatto tre, quattro volte, e sempre con suc-
cesso. Anche Vettel, ne sono sicuro, farà così».
Alle spalle delle prime tre scuderie la Lotus va consi-
derata la vera sorpresa dell’anno?
«
Ci sono state molte sorprese in positivo, quest’anno, soprat-
tutto fra i piloti. Ad esempio Pastor Maldonado, che ha vinto il
GP di Spagna. E ovviamente, Kimi Raikkonen. E’ stato straor-
dinario, e questo ci ricollega alla Lotus».
Ad Austin è stato presentato un documentario sugli
anni terribili della F.1, di cui si è molto parlato. E lei
era fra i protagonisti principali. Era davvero così peri-
colosa, la F.1, ai suoi tempi?
«
Sì, e formava in maniera diversa il carattere. Quando tornavi
a casa dopo un week-end di gara non eri mai sicuro che saresti
stato di nuovo lì la domenica. Noi non avevamo paura di nulla
e questo ci consentiva di gareggiare. Paura e rischio oggi non
sono più dei parametri validi nelle corse. Dobbiamo ringrazia-
re Dio che sia così, ma non possiamo neppure paragonare quei
tempi e i loro eroi con il presente».
Lei diventò un pilota di F.1 proprio grazie al fascino
della velocità e del pericolo. Oggi lo rifarebbe?
«
Certo che lo farei, chedomanda. Guadagnarei dieci voltequan-
do guadagnavo allora, con rischi trascurabili. Mi creda, lo avrei
apprezzato…».
Alla fine anche Vettel si sposterà in un’altra scuderia.
Bisogna cambiare scuderia almeno una volta nella carriera,
e continuare a vincere. Io l’ho fatto tre, quattro volte, e sempre
con successo. Anche Vettel, ne sono sicuro, farà cos
ì
NIKI LAUDA