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FORMULA 1
DIETRICH MATESCHITZ
Stefano Semeraro
Herr Mateschitz magari non si vede tan-
to, ma si fa sentire. Quando serve, con i
toni giusti. Quando per tutto il paddock si
rincorrevano le voci che davano ormai
per certo un trasferimento di Sebastian
Vettel alla Ferrari, il grande boss della
Red Bull è intervenuto per mettere in
chiaro che Seb, per ora, è roba sua.
«
Tutti i piloti vogliono correre con la Fer-
rari, prima poi – ha detto a fine novem-
bre – Ma al momento l’idea che Vettel
possa passare aMaranello non ha proprio
senso. Finché Alonso è là, è assurdo pen-
sare che ci possa finire anche lui». Poche
parole, messe giù con il tono calmo, ma
fermo, di chi è abituato a comandare su
vasti imperi. Nei giorni scorsi invece,
sempre utilizzando lo stesso tono, Mate-
schitz si è fatto sentire con quelli della
Toro Rosso. Il team satellite della Red
Bull che non riesce ad ottenere i risultati
desiderati. Va bene, nessuno pensa che la
ex-Minardi possa fare concorrenza alle
grandi scuderie, ma questo non deve
diventare una scusa per non fare progres-
si, soprattutto nello svezzare i piloti che
un domani dovranno sedere nel cockpit
della scuderia maggiore. E per farlo ser-
ve una macchina all’altezza, evitando di
farsi sverniciare regolarmente da Force
India, Sauber e Caterham. La sostituzio-
ne di Giorgio Ascanelli con James Key a
metà stagione è stata una mossa dettata
dal bisogno di dare la scossa ad un
ambiente che forse, secondo i vertici Red
Bull, aveva imboccato una strada sbaglia-
ta. Ma nel 2013, inderogabilmente,
dovranno arrivare i risultati. «La Toro
Rosso è il nostro rookie team – ha tuona-
to Mateschitz dalle colonne del tedesco
Auto – e i suoi obiettivi sono diversi da
quelli della Red Bull, ma ciò non signifi-
ca che siamo contenti dello sviluppo del-
la vettura. Devono arrivare miglioramen-
ti significativi e noi li vogliamo esplicita-
mente».
Un altro desiderio, abbastanza esplicito
di Herr Dietrich, riguarda il circuito di
Spielberg o Zeltweg, le due cittadine vici-
ne al tracciato. Il vecchio Osterreichring,
diventato poi A-1 Ring, nel maggio del
2011
è stato riaperto con il nome di Red
Bull Ring. Dopo aver ospitato la F.1 dal
1970
al 1978, e poi dal 1997 al 2003, il
tracciato della Stiria era finito nel dimen-
ticatoio, travolto dal passare dei tempi e
dal movimentismo di Ecclestone, molto
più interessato ai mercati esotici che alla
tradizione europea. Mateschitz qualche
anno fa lo ha acquistato e rinnovato, inve-
stendoci 70 milioni di euro, e l’anno scor-
so lo ha riaperto facendoci correre il
DTM, la F.3 europea e quant’altro, oltre a
una serie di campionati italiani come la
F.3, la F.Abarth, la F.Renault ALPS. Ma
Mateschitz non è tipo che perde soldi e
tempo in piccoli passatempi, e infatti a
dicembre, attraverso il suo consulente-
braccio armato Helmut Marko, ha fatto
sapere che il circuito era in possesso di
una omologazione per la F.1 e che la Red
Bull avrebbe una gran voglia di ospitare
unGP in casa, nella vecchia cara Stiria che
ha dato i natali a Mateschitz. Il calenda-
rio 2013 è ancora incompleto dopo il rin-
vio del New Jersey. Il possibile sostituto
è Istanbul, ma il GP di Turchia è penco-
lante, visto che il ministro dello sport Suat
Kilic ha fatto sapere che lo Stato non ha
la minima volontà di finanziare l’opera-
zione. Vurak Al, un businessman turco
che ha stretto un accordo con il circuito
di Istanbul, sta cercando di trovare i capi-
tali, ma nel caso l’operazione fallisse il
Red Bull Ring, con Graz a una settantina
di km di distanza in grado di offrire una
comoda sistemazione alberghiera, è
pronta a subentrare con la sua proposta.
In fondo, non furono gli austriaci, fra XVI
e XVII secolo, a fermare i turchi alle por-
te di Vienna? Chissà che la riscossa euro-
pea non arrivi proprio grazie alla voce fer-
ma e alle finanze solidissime dell’impera-
tore Mateschitz.
LA VOCE
DEL PADRON
Blocca Vettel verso la Ferrari, striglia la Toro Rosso per la deludente annata 2012
e vuole portare il mondiale sul suo circuito, il Red Bull Ring di Spielberg, in Austria.
Possibilità non remota se non si dovesse trovare l’accordo per riportare la F.1 in Turchia