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FORMULA 1
ALDO COSTA
Antonio Caruccio
Aldo Costa è a capo della direzione tecni-
ca ricerca e sviluppo del team Mercedes
in Formula 1. Al termine del suo primo
intero anno con la Casa tedesca, il proget-
tista italiano si appresta a vivere il debut-
to della nuova vettura Mercedes. Italiara-
cing ha voluto ripercorrere con lui questo
periodo in attesa dell’inizio della nuova
stagione.
Il 30settembre2011 arrivò l'annun-
ciodel suopassaggioallaMercedes.
E' potuto intervenire in qualche
maniera sulla progettazione o sullo
sviluppodellamonopostodel 2012?
Quandosonoarrivato inMercedes lavet-
tura era già stata concepita, il progetto era
impostato e laMGPW03 era in fase avan-
zata di produzione non potendo dunque
incidere un granché su quanto avevano
fatto i miei predecessori”.
LaMercedes nel 2012 ha vissuto un
weekend indimenticabile a Shan-
ghai, poi una pole a Montecarlo di
Schumacher, dopo di che non siete
più riusciti a rimanere in vetta.
Come può spiegare il dominio in
Cina e la impossibilità di ripetersi a
quei livelli?
La macchina era competitiva all’inizio
dell’anno, e lo è stata abbastanza sino a
metà stagione. Successivamente in Mer-
cedes ci sono stati dei cambiamenti mol-
to importanti nell’ambito dell’aerodina-
mica, a livello di tecnologie utilizzate e
metodologie di lavoro, e c’è stato molto
tempodedicatoaquestaattività, con l’ine-
vitabile conseguenza di non riuscire a svi-
luppare la macchina a sufficienza”.
A inizio campionato 2012 abbiamo
visto vincitori con monoposto
diverse, poi la situazione si è stabi-
lizzata. Da cosa è dipeso secondo
lei?
Unodei fattori determinanti della stagio-
ne conclusasi è statoquellodegli pneuma-
tici. Le gomme hanno infatti un ruolo fon-
damentale in quanto ci sono squadre che
hanno fatto meno fatica di altre ad adat-
tarsi al loro utilizzo. Queste gomme ave-
vano una forte sensibilità al variare delle
temperature e in molti avevano difficoltà
diutilizzoalposterioreoall’anteriore.Con
il maggiore sviluppo nel corso della sta-
gione sonopoi emerse le squadre chehan-
no lavorato meglio e che hanno quindi
ottenuto i risultati migliori. Per il prossi-
mo anno sono previste specifiche di
mescole più resistenti che andranno nuo-
vamenteadifferenziareivaloriincampo”.
Lei ha sempre lavorato in Italia, con
Minardi epoi conFerrari. Il passag-
gio aduna realtà inglese come è sta-
to? Anche dal punto di vista della
vita quotidiana.
Dal punto di vista lavorativo è statomol-
to meno traumatico di quanto ci si possa
aspettare, ma si è abbinato bene alle mie
caratteristiche. Sono una persona calma,
riflessiva, ponderata e questo si sposa
bene al clima di lavoro inglese. Dal punto
di vista ambientale è stata una piacevole
sorpresa. Vivo ad Oxford, una bella città,
molto internazionale e vivace. Tuttavia
resto legato alle mie radici italiane. Mia
moglie mi segue ogni tanto in Inghilterra
mentre posso lasciare i miei due figli a
gestire la casa di Parma. Colpisce molto,
per unparmigiano comeme, anche il rap-
porto con l’alimentazione, ma grazie al
supporto di mia moglie riusciamo a non
farci mancare le prelibatezze della nostra
provincia”.
InMercedes ha ritrovatoBrawn. La
metodologia di lavoro adottata a
Brackley dall'ingegnere inglese le
ha per caso ricordato quella che
aveva impostato a Maranello?
La persona è la stessa e l’impostazione di
lavoro è identica. È una persona con un
infinito rispetto verso i propri collabora-
tori ed anche lui sposa come me unmodo
di lavorare molto riflessivo. Lavorare con
lui è molto piacevole e siamo in sintonia,
ho ritrovato lo stesso Brawn del periodo
Ferrari”.
Brawn ha detto che parte delle col-
pedellabrutta stagione2012èdipe-
sa dalla galleria del vento. Un po'
quel che hanno detto alla Ferrari.
Che succede? Le gallerie del vento
non sonopiùadatte allaF.1 attuale?
C’è statounnuovo regolamentonel 2009
che ha cambiato le dimensioni delle For-
mula 1 e questo ha portato alcune gallerie
ad essere inefficaci con questo tipo di nor-
mative. Tutti stanno lavorando per siste-
marsi e portarsi in pari”.
Si può dire che il progetto 2013 del-
la Mercedes porti la sua firma? O è
la somma di un gruppo di lavoro?
Coordino un gruppo di un centinaio di
persone che ho seguito con lemie compe-
tenze sindall’inizio. Noi ci occupiamodel-
la ricerca e dello sviluppo dal punto di
vista meccanico e delle costruzione, men-
tre l’aerodinamica concerne ad un altro
reparto”.
L'arrivo di Hamilton vi ha messo
una certa pressione?
Più che di pressione parlerei di carica, di
tanto entusiasmo. C’è uno stimolo reci-
proco tra la squadra ed un nuovo pilota
chearriva.Luisindaquandoeraunragaz-
zino è sempre stato nel vivaio McLaren e
sarà anche per lui un’esperienza comple-
tamente nuova. Già nei primi giorni di
gennaio è venuto a visitare la fabbrica e
prendere confidenza con la vettura. Ciò
che mi ha maggiormente colpito è la sua
posizione di guida, ha cercato di abbassa-
re al massimo il baricentro, e in questo
modo ha una visione frontale dalla vettu-
ra per cui non riesce a vederne la fine, ma
riesce a gestire tutta la periferica laterale,
che gli è più che sufficiente”.
Nel 2013 seguirà tutti i GranPremi?
Come si svolge il suo lavoro?
Ci sono tre direttori tecnici in Mercedes
che si alternano alle gare, quindi a rota-
zione farò la mia apparizione in pista. Il
lavoroinfactoryconsistenelcrearelostaff
che andrà a comporre il futuro del team,
come feci all’ufficio calcoli in Minardi e
come quando ristrutturai il teamFerrari”.
Il suocontrattoconMercedesquan-
do scadrà? E dopo l'arrivo di quella
data le piacerebbe rimanere o
magari cercare altre realtà?
Il mio contratto con loro, e lo storico del-
lamia attività, dimostra chemi lego a del-
le aziende e a dei marchi per costruire
qualcosa di importante e duraturo. Vorrei
che questa squadra divenisse vincente
non per un solo episodio, ma con grande
continuità. Il fruttodelmio lavoro si vedrà
nei prossimi cinque anni, in cui i giovani
che sto inserendo nell’organigramma del-
la squadra prenderanno il posto della vec-
chia gestione e costituiranno l’ossatura
del team”.