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Ingegner Pontremoli, il 2012 è stato un
annoriccodi soddisfazioniperDallara.
Quale è il suo bilancio? Di quale tra-
guardo è più fiero?
«
Il bilancio è positivo. Il traguardo di cui sono
più fiero è l’introduzione della nuova IndyCar
che cambiava dopo nove anni di onorato ser-
vizio. La nuova vettura, con un costo notevol-
mente ridotto, ha introdotto innovativi con-
cetti di sicurezza edi aerodinamica, hamiglio-
rato la guidabilità e la facilità di sorpasso per
rendere più piacevole lo spettacolo. Tutti que-
sti cambiamenti hannoportatoaqualche con-
trasto all’inizio, ma a fine campionato è stato
riconosciuto che quanto introdotto ha porta-
to valore alla serie. Un altro traguardo impor-
tante è il simulatore, che è sempre più usato
da noi ed altri OEMper sviluppare nuovi pro-
dotti edai teamdi tutte lecategoriepermiglio-
rare le performance in pista».
Sviluppo e territorio: come si radica la
presenza della Dallara nella realtà
industriale dell’Emilia Romagna e del-
l’Italia in generale?
«
Ripeto una frase che dico spesso, ovvero che
in un mondo globale la competizione non è
più tra singole aziende, ma tra sistemi territo-
riali che si contenderanno il futuro. Un’azien-
da non può essere competitiva se non lo è il
territorio in cui opera. Per questo stiamo cer-
cando di aumentare il sapere di tutto il terri-
torio, lavorando con scuole ed enti di forma-
zione per sviluppare competenze che servono
a noi, ma anche a molte imprese a noi vicine.
Stiamo avendo un ottimo riscontro dalle isti-
tuzioni e, come aziende, ci stiamo aggregan-
do per un progetto futuro che restituisca spe-
ranza alla gente. In momenti così negativi, la
crisi ci sta aiutando a pensare inmanieranuo-
va e diversa».
Apropositodi crisi, qual è laricettadel-
la Dallara per sconfiggerla?
«
In periodi di difficoltà, tutto quello che fun-
zionava prima non è più garanzia di successo
e uno dei più grandi valori della crisi è che for-
za il pensiero. Occorre ripensare completa-
mente quello che facciamo, dalla ricerca alla
progettazione, dalla produzione alla tipologia
di prodotti e servizi che portiamo sul merca-
to.
Un esempio per noi è stato il simulatore che
ha cambiato il modo di pensare e progettare
una vettura. Altro esempio è l’aerodinamica
che è sempre più uno degli elementi chiave
nella performance di una macchina; stiamo
lavorando su nuove idee per rendere più effi-
ciente l’intero processo: dall’idea al modello
alla prova in galleria».
Come procede il rapporto con l’univer-
sità e la scuola?
«
Università e scuola sono elementi essenziali
per creare vantaggio competitivo e dunque
dobbiamo legarci sempre di più: le imprese
dando input su quali competenze serviranno
in futuro, il mondo dell’educazione portando
gli studenti vicini alle realtà produttive con
visite e tirocini, in modo che possano orien-
tarsi meglio e capire quale può essere il loro
contributo nel mondo del lavoro.
Dobbiamo riportare la cultura del mestiere, il
saper fare qualcosa».
InAmerica lapresenzaDallarasi èulte-
riormente consolidata: quali saranno i
passi futuri in quella realtà?
«
Gli Stati Uniti sono un ponte per portare
quello che si è sviluppato in Italia in termini
di prodotti e servizi, ma anche per ricevere le
richieste di un mercato avanzato come quello
americano. I primi riscontri sono buoni, sia-
mo all’inizio, dobbiamo dimostrare tutto il
nostro valore».
A quali nuovi mercati l’azienda guarda
conpiù interesse?Econquali progetti?
«
Stiamo guardando ai paesi emergenti. Un
mese fa è partita una nuova formula in India
e stiamo ricevendo feedback positivi, stiamo
sviluppando la Super Formula per il Giappo-
ne, abbiamo preso contatti in Sud Corea e
negli Emirati Arabi per campionati con il
nostro Formulino. Fondamentale poi sarà
l’apporto degli Stati Uniti nella nostra strate-
gia di internazionalizzazione, dove gli ambiti
aeronautico ed automotive sono tutti da
esplorare e dove possiamo avere grandi mar-
gini di sviluppo».
Innovazione è sempre stata una parola
chiave per Dallara. Ci può dare un’idea
dei campi sui quali la Dallara si impe-
gnerà a innovare nel prossimo futuro?
«
Continueremo ad impegnarci sui nostri tre
pilastri: i materiali compositi in fibra di car-
bonio, l’aerodinamica e la dinamica del veico-
lo. Per quanto riguarda il primo campo,
aumenteremo la ricerca nell’ambito dei crash
dinamici, degli studi di fatica e degli incollag-
gi, trovando nel contempo nuovi ambiti di
applicazione, senzadimenticare lo sviluppodi
nuove tecnologie produttive. Con riferimento
all’aerodinamica, sarà essenziale migliorare
l’efficienza della galleria del vento e legarla
sempre più al simulatore, non tralasciando
l’aerodinamica numerica (CFD) dove l’evolu-
zione dei super-computer e dei software stan-
no creando opportunità inimmaginabili fino
a poco tempo fa. Infine, la dinamica del vei-
colo, ed il simulatore inparticolare, sono cam-
pi aperti per lo sviluppo: il limite non è tecno-
logico, è solo nella nostra testa, nella fantasia
dei possibili utilizzi».
A proposito di simulatore, lo strumen-
to è sempre più utilizzato da team e
piloti. Sono previste novità per il 2013?
«
Mentre fino adora abbiamo sviluppato alcu-
ni elementi della macchina al simulatore, per
la prima volta stiamo sviluppando un’intera
macchina, nello specifico la Formula Nippon,
inmodo virtuale, usando il simulatore fin dal-
la fase di progettazione: il pilota potrà guida-
re una vettura che non è mai stata costruita».
La collaborazione con Alessandro
Zanardiper leParaolimpiadidiLondra
haavutounmeravigliosocompimento.
E’ un’esperienza che avrà un seguito?
«
Con Zanardi ne stiamo parlando. Ci piace-
rebbe lavorare su un progetto di handbike
disponibile a tutti, basato sull’esperienza che
abbiamo fatto insieme. Se son rose, fioriran-
no».
Formula3,GP2,GP3:comevedeilfutu-
ro delle categorie per monoposto pro-
pedeutiche alla F.1?
«
Questo mondo sta cambiando molto, c’è
un’attenzione sempre più esasperata ai costi e
la necessità di essere più attrattivi per la gen-
te. La cosa che ritengo importante è far avvi-
cinare le giovani generazioni al motorsport
attraverso le nuove tecnologie (i social net-
work, i videogame ecc..) con l’obiettivo di ren-
dere partecipe ed interattivo il pubblico».
Cosa ci può dire dell’avventura che sta
iniziando nella Super Formula giappo-
nese?
«
Per noi è una bella sfida entrare attraverso la
porta d’ingresso del mercato del motorsport
giapponese. Dovremo dimostrare di fornire
unamacchina affidabile, sicura, divertente da
guidare, ad un costo contenuto. Sembra una
ricetta semplice, ma è molto complessa da
realizzare».
Vedremo prima o poi nascere una Dal-
lara pensata per l’automobilista di tut-
ti i giorni?
«
E’ nelle nostre intenzioni costruire una auto-
vettura in piccolissima serie che racchiuda il
DNA Dallara: una macchina sportiva, che
coniughi l’emozione della pista con il piacere
di una gita fuori porta, ad un costo accessibi-
le. Abbiamo già abbozzato le prime idee di
progetto, la vettura sarà molto leggera grazie
all’uso della fibra di carbonio, l’aerodinamica
sarà molto efficiente e favorirà grandi presta-
zioni in pista con un consumo ridotto».
La Dallara ha in mente di allargare il
suo interesse a settori esterni almotor-
sport?
«
Sì, rimanendo però ancorati alle nostre tre
competenze distintive: la progettazione e pro-
duzione usandomateriali compositi, l’aerodi-
namica e la dinamica del veicolo. L’ambito di
utilizzo di queste tre nicchie di conoscenza è
molto ampio e va al di là del motorsport. In
ogni caso, non perderemo mai la nostra ani-
ma racing che ci spinge sempre a fare cose con
passione».
articolo
tratto dal
Dallara
Magazine