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L’IMPORTANTE
NON È VINCERE,
MA SOGNARE»
di Stefano Semeraro
Come si diventa “Alessandro Zanardi, da Castelmaggiore”?
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Messa così sembra qualcosa di speciale, ma non lo è. Il segreto per me è scegliersi un
orizzonte e decidere che è quello che vuoi raggiungere. Lungo la strada cambiano tan-
te cose, ma è questo che rende la vita appagante e che ti dà la soddisfazione di muo-
verti, di avanzare, di fare dei progressi. Io sono fondamentalmente una persona mol-
to curiosa, e a volte quando l’obiettivo lo raggiungo mi scoccia anche un po’ (letteral-
mente: “mi girano un po’ i maroni”, ndr), perché il percorso per arrivarci era la cosa
bella e appagante. Se invece sei mosso solo dall’ambizione, in primo luogo rischi di
non arrivare al traguardo, e se anche ci arrivi ti senti come vuoto: perché non è una
medaglia che cambia la qualità della tua vita».
Qual è il tuo prossimo orizzonte?
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Ci sto pensando. Ho scoperto l’attività paraolimpica attraverso l’hand-bike e non è
una cosa che ho intenzione di mollare. Almeno finché questa vecchia carcassa tiene
botta ho voglia di continuare a fare sport, piuttosto che commentarlo o gestirlo a livel-
lo manageriale. Mi è stato più volte proposto e ho sempre passato la mano. Diversa è
la questione di “Sfide”: mi ritengo molto fortunato ad avere l’opportunità di fare un
programma tv del genere, ma è un’esperienza che si apre e si chiude, e poi parlare di
sport e passione per lo sport è molto nelle mie corde».