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FORMULA 1
NICO HULKENBERG
Nico, è la terza volta nella tua ancora gio-
vane carriera che devi adattarti ad un
nuovo tema. Come sta andando?
«
Non è stato sempre permia volontà, tranne che
nel passaggio alla Sauber. Alla fine del 2010 fui
più o meno costretto a cambiare! Quando capi-
tano situazioni del genere devi semplicemente
tuffarti nel lavoroe cercaredi prendere confiden-
za con le nuove persone con cui sarai a contatto.
Molte cose sono simili in tutti i team, ma ci sono
piccole differenze nei dettagli a cui devi abituar-
ti. Si può dire che sono in una nuova fase di
apprendimento».
Qual è la cosa più importante al momen-
to nella lista delle tue priorità?
«
A questo punto della stagione si tratta sempre
di fare di tutto per trovarmi amio agio con la vet-
tura. Fare un buon sedile, nel quale stai comodo,
èmolto importante. Fortunatamentequellonuo-
vo mi si adatta benissimo e quindi sono pronto
per i test di Jerez a inizio febbraio».
Basandoti sulla tua esperienza, daHinwil
in poi, quali sono le urgenze che vorresti
risolvere in vista della prima gara?
«
Al momento non ci sono problemi urgenti,
anche perché è solo quando esci per la prima vol-
ta con lamacchina sulla pista che scopri i proble-
mi o i lati deboli del progetto. Jerez sarà la carti-
na al tornasole».
Il team si avvia alla nuova stagione con
due nuovi piloti. Come credi che gestirà
questa situazione?
«
Non credo che rappresenti uno svantaggio. E’
vero, sono nuovo per il team ma non per la F.1,
e Esteban Gutierrez ha fatto molta esperienza
come tester della Sauber, quindi anche lui non si
può considerare un novellino. Non direi che si
tratta di gestire uno svantaggio, ma di cogliere
l’occasione per acquisire nuove conoscenze».
Hai piantato una tenda fuori dalla factory
per poter essere presente ventiquattro
ore al giorno?
«
Non proprio… ma sono stato da quelle parti
parecchie volte nelle ultime due settimane, per
incontrare il team, compresi i miei nuovi inge-
gneri e meccanici».
Se ripensi alle tue esperienze passate,
qual è la più grossa difficoltà nell’aggre-
garsi a un nuovo team?
«
Lacosapiùdifficileèricordaretuttiinomi,tran-
ne questa non ne ce ne sonomolte. E’ un proces-
so che richiede un po’ di tempo, ma è tempo che
se speso bene ti ricompensa poi durante l’anna-
ta».
Paragonando la Sauber agli altri tuoi
team precedenti, Williams e Force India,
che differenze trovi?
«
Per prima cosa è in Svizzera! Più seriamente, la
galleria del vento è grossa davvero, un bestione.
E in generale tutte le strutture sono di alto livel-
lo».
Che cosa fanno di diverso gli svizzeri? La
loromentalitàèdiversadaquelladeiteam
inglesi con cui hai corso in passato?
«
Chiedetemelo a fine stagione, per ora nonne ho
idea!».
AllaWilliamseallaForceIndia i tuoi team
principal avevano una personalità molto
forte. Ora sei alle prese con la prima don-
na che ha raggiunto quel ruolo in Formu-
la 1, Monisha Kaltenborn. Ci sarà pure
qualche differenza…
«
Può darsi. Ma è difficile dirlo adesso, quando
non abbiamo ancora corso la prima gara insie-
me. Da quel che ho capito sino ad ora Monisha è
un’eccellente team principal soprattutto per
quanto riguarda il suo impegno in questo ruolo:
assumersi la responsabilità del team».
Il tuo compagno di squadra Esteban
Gutierrez è un rookie, quindi molti consi-
dereranno te come prima guida. Che
influenzahasudi tequestasituazionenel-
l’avviarsi verso il campionato?
«
Non cambiamolto. Alla Sauber entrambi i pilo-
ti hanno a disposizione lo stessomateriale e sono
trattati alla stessamaniera. Dovrò semplicemen-
te lavorare ancora di più per far progredire il
team insieme con Esteban».
Che cosa ti aspetti dal team, e cosa il team
si aspettadate,per fare inmododidimen-
ticare la delusione alla fine della scorsa
stagione?
«
Voglio costruire sulla base che il teamha lascia-
to alla fine dello scorso anno. Mi aspetto dei buo-
ni risultati, e in questo io e il team siamo in cer-
ca della stessa cosa. E’ una stagione nuova e dob-
biamo aspettare per capire quanto è competitivo
il nostro pacchetto in pista».