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FORMULA 1
IL FATTO
Sergio Perez gode del “sostentamento” del-
la Telmex? Se lo è meritato e anche se non
ha vinto titoli come Maldonado, ha conqui-
stato gare nella F.3 inglese e in GP2 dove è
risultato vice campione nel 2010. Dopo due
anni di Sauber e risultati eclatanti, è arri-
vata la chiamata che tutti sognano, quella
di un top team come la McLaren. Ora,
apriamo una parentesi. Alcuni sostengono
che Maldonado e Perez non avrebbero
meritato la riconferma per i tanti errori
commessi nel corso della loro presenza nel
mondiale e invece rimangono nel mondia-
le perché sospinti dai loro sponsor perso-
nali. E’ vero, entrambi sbagliano tanto, ma
hanno talento, questo non ammette discus-
sioni. Forse tanti hanno la memoria corta,
ma vorremmo ricordare che Ayrton Senna
o Alain Prost, Nigel Mansell o Michael
Schumacher, agli inizi della loro carriera
commettevano tantissimi errori, ma aveva-
no talento e hanno ricevuto una meritata
fiducia nell’ambiente. Come accaduto a
Maldonado e Perez.
Bruno Senna ha portato buoni sponsor alla
Williams ed ha concluso in zona punti ben
dieci volte su venti GP. Ma non gli è basta-
to per mantenere il sedile nel team di Gro-
ve. Il brasiliano ha pagato qualifiche poco
competitive nelle quali soltanto due volte è
riuscito a entrare nel finale Q3. Senna però
ha dimostrato di poter meritare un posto in
F.1 anche se l’errore al primo giro di San
Paolo, quando ha colpito Sebastian Vettel,
lo hamesso in pessima luce dinanzi al mon-
do. Senna, comunque, aveva ampiamente
meritato l’ingresso in F.1 risultando vice
campione della GP2 nel 2008. A dire il
vero, la sua bella stagione nella serie cadet-
ta non era servita granché tanto che nel
2009
ha dovuto gareggiare nella Le Mans
Series col team Oreca. E’ quindi entrato in
F.1 dalla porta di servizio della HRT, nel
2011
ha trovato spazio nella Lotus prenden-
do il posto a metà stagione di Nick Heid-
feld, poi l’ingresso inWilliams. Ora potreb-
be finire alla Caterham o alla Marussia, ma
ha buoni contatti con la Mercedes per
entrare nel DTM.
Petrov dopo un lungo percorso è riuscito a
entrare in F.1 con la Renault nel 2010. Lo
scorso anno, quando è entrato in Caterham
al posto di Jarno Trulli, è stato accusato di
furto” da molti media italiani, indignati
per la perdita dell’unico pilota tricolore che
era rimasto in circolazione, scavalcato dai
rubli degli sponsor di Petrov. Il buon Vita-
ly non è un talento paragonabile ai suddet-
ti Maldonado e Perez, ma in questi tre anni
di F.1 se l’è cavata abbastanza bene otte-
nendo anche un podio, terzo a Melbourne
2011.
Nel confronto 2012 con Heikki Kova-
lainen all’interno della Caterham. Petrov
non ha particolarmente demeritato, e in
qualifica nel testa-testa è finita dodici a otto
per il finlandese. Tanto per essere chiari,
nel 2011 Kovalainen in qualifica è stato più
rapido di Trulli sedici volte e solo in due
occasioni Trulli gli è stato davanti. Dunque,
per volere essere cinici, chi è che deteneva
un sedile senza particolari meriti? Petrov
ha poi disputato un eccellente ultimo GP
2012
che ha permesso alla Caterham di
superare nella classifica costruttori la
Marussia. In GP2, Petrov su un totale di 69
gare disputate ha siglato quattro vittorie
risultando vice campione nel 2009. Inevi-
tabile il suo ingresso in F.1, meritate le
sponsorizzazioni ricevute.
Charles Pic ha debuttato in F.1 nel 2012 con
la Marussia grazie alla spinta di finanziato-
ri francesi e della propria famiglia. Pic però,
non era certo l’ultimo arrivato. Nel campio-
nato GP2 2011 si è piazzato quarto con due
vittorie, un successo anche nel 2010, poi
anche quattro vittorie tra 2009 e 2008 nel-
la World Series Renault 3.5. Insomma, Pic
ci sa fare e la sua promozione in Caterham,
certamente suffragata da un buon budget,
ci può stare. La sfida in qualifica con il com-
pagno Timo Glock è stata ampiamente per-
sa, ma Pic era pur sempre un debuttante
assoluto. Certo, chi lo aveva preceduto in
Marussia, ovvero Lucas Di Grassi e Jerome
D’Ambrosio, non è riuscito a trovare posto
in F.1 successivamente. E qui entrano in
ballo gli sponsor personali, chi riesce a col-
tivarli, ma anche a meritarli, può avere
ulteriori chance, cosa non capitata a Lucas
Di Grassi e Jerome D’Ambrosio, che pura
una opportunità l’ha avuta con la Lotus a
Monza lo scorso anno, ma se l’è giocata
molto male.
E arriviamo ai due rookie del 2013, Gutier-
rez e Chilton, entrambi 21enni. Il messica-
no, come Perez, ha sempre goduto dell’aiu-
to della Telmex, che potremmo paragona-
re alla Red Bull in quanto ad azienda inten-
ta nell’accompangare in F.1 i propri pupil-
li. Gutierrez non ha pienamente convinto in
GP2, occupando il terzo posto finale nello
scorso campionato dove ha ottenuto tre
primi posti, uno anche nel 2011. Nel 2010
invece, aveva vinto la GP3. Gutierrez dun-
que è un pilota che non risposto alle attese
riposte su di lui nel 2012, però ha già dimo-
strato di saper marciare verso il raggiungi-
mento di un campionato avendo fatto sua
la GP3 del 2010 e, in età acerba, la F.BMW
Europe del 2008. Il salto in F.1 forse è un
po’ affrettato, magari un’altra stagione in
GP2 poteva maturarlo ancora di più, ma
non è detto che con le maggiori potenze di
una F.1 Gutierrez possa deludere, anzi,
magari accadrà proprio il contrario. Chil-
ton invece si è trovato in una botte di ferro,
con l’aiuto della famiglia a permettergli
l’ingresso nella Marussia. Ecco, l’inglese è
il vero prototipo del raccomandato del
2013,
non appartenendo a particolari grup-
pi di sponsor esterni alla sfera famigliare,
però, attenzione. Perché Chilton nel 2012
ha disputato un’ottima annata in GP2 chiu-
dendo al quarto posto il suo terzo anno nel-
la serie. L’inglese è ancora giovane, come
Gutierrez,e dunque in prospettiva non
potrà che migliorarsi ulteriormente. Resta
da vedere se il suo limite è stato già raggiun-
to o se potrà spostare in avanti l’asticella
senza particolari sofferenze.
Esteban
Gutierrez