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Guido Rancati
E’ un finale un po’ così. Il sipario cala con qual-
che ora d’anticipo, mentre protagonisti e compar-
se del primo appuntamento iridato della stagio-
ne stanno consumando la cena e preparandosi
mentalmente ad affrontare ancora una volta i
ventitré chilometri e mezzo della prova del Turi-
ni e i quasi diciannove di quella di Lantosque.
Così, saggiamente, hanno deciso gli organizzato-
ri dopo aver preso atto che le condizioni ambien-
tali non offrivano le necessarie garanzie di sicu-
rezza. E dopo aver letto e riletto una classifica
ormai scolpita nella roccia. Lo stop anticipato
non coglie di sorpresa nessuno, nessuno se ne
lamenta. Non quelli della Volkswagen, più che
felici del secondo posto di Sébastien Ogier, non
quelli della Ford che hanno da assorbire il colpo
inferto loro dall’abbandono di Evgeny Novikov e
di Juho Hanninen. Men che meno quelli della
Citroen, felicissimi di avere tre vetture nei primi
quattro posti e la quarta, quella affidata a Bryan
Bouffier, al sesto.
Sébastien Loeb prende atto del rompete le righe
con un certo sollievo: “I due passaggi sul Turini
non sono stati per niente divertenti”, osserva con
la solita calma. Spiega: “La zuppa di neve e acqua
sulla strada ha costretto tutti noi ad arrancare a
venti all’ora e questo non è pilotare…”. Quindi
riassume la gara nel suo complesso: “In questi
quattro giorni di gara abbiamo dovuto confron-
tarci con situazioni particolarmente difficili:
neve, ghiaccio, acqua e nebbia: a parte il secco,
abbiamo corso in tutte le condizioni possibili e
difatti, per la prima volta al Monte-Carlo, non ho
mai potuto usare le gomme da stampo. Ma ho
vinto e va bene così: lo sapete tutti che quando
vinco sono particolarmente contento e questa,
poi, è la mia ultima vittoria nel Principato”. Non
ha nessuna voglia di farla lunga, l’Extraterrestre.
Però è pronto a ribattere a chi gli chiede se aver
vinto un altro duello con Sébastien Ogier lo appa-
ga particolarmente: “Questa storia della nostra
rivalità comincia a stancarmi. In ogni caso, sia-
mo stati in testa dalla seconda prova speciale in
poi e l’unico che può dire di essere andato forte
quanto me è Daniel (Elena ndr.) che mi è stato
sempre accanto”. Detto quel che sentiva di dover
dire, se la ride soddisfatto. Voleva vincere e ha
vinto. Per la settantasettesima volta in carriera,
la settima aMonte-Carlo. E sarebbe l’ottava se tre
commissari sportivi un po’ troppo pronti a com-
piacere David Richards non gli avessero scippa-
ta quella del 2002. Quella che il pilota più vincen-
te della storia iridata continua a considerare la
più bella di tutte…
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MONDIALE RALLY
MONTE-CARLO