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PRODUZIONE
DACIA STEPWAY
SUV LOW COST
La Dacia Stepway deriva dalla Sandero. Lo scorso anno sono state oggetto
di un aggiornamento che ha migliorato sia l’aspetto estetico sia la dotazione
Marco Marelli
Rispetto alla Sandero la Stepway ha l’altezza
minima da terra incrementata di circa 4 cm.
In più sono stati aggiunti dei materiali pla-
stici protettivi per le parti più esposte della
carrozzeria. Il tutto per darle un aspetto da
SUV ma anche per farla correre su strade
bianca senza il timore di toccare sotto al pri-
mo avvallamento importante. Ha barre sul
tetto e cerchi da 16 pollici: le prime utili per
trasportare ad esempio una bici, le seconde
per incrementare la tenuta di strada. Nuova
è la forma della calandra.L’abitacolo presen-
ta
una
nuova
plancia
anche
bicolore. Aumentano i contenuti: attacchi
isofix e ESP di serie. La Sandero Stepway
vanta il sistema Dacia Plug&Radio che com-
prende radio-lettore CD, compatibile con
formato
MP3,
completati
dalla
tecnologia vivavoce Bluetooth, prese USB e
jack sul frontalino, più i comandi al volan-
te. Da low cost le alette parasole prive di
copertura specchi di cortesia; i comandi
degli alzavetri posteriori sul tunnel, inmodo
da essere raggiungibili da chi viaggia davan-
ti e dai passeggeri dietro (senza duplicare i
tasti sulle porte); i rivestimenti della schiena
sedili di qualitàmodesta. Gli ingombri ester-
ni della Sandero sono rimasti quasi immu-
tati perché la piattaforma B0 condivisa con
tutti i modelli Dacia è la medesima. Per
quanto riguarda la posizione di guida, le
sedute dei sedili, dotati di un'imbottitura fin
troppo cedevole, è relativamente in basso e
il volante si regola solo in altezza. Da notare
gli specchi elettrici e riscaldati: si tengono
più puliti d’inverno. Auto di maggiore blaso-
ne non la offrono. Per quello che costa è più
che interessante. Il motore 1.5 è brillante e
consuma poco. Con la funzione eco mode
inserita non è difficile percorrere anche 100
chilometri con 4,5 litri di gasolio. Grazie a
una coppia di 220 Nm le doti di spunto non
gli mancano. Il diesel vibra un po’ e fa senti-
re la sua voce perché hanno risparmiato sui
materiali fonoassorbenti ma non ci si può
lamentare troppo per questo. Anche perché
sopra i 100 all’ora ci sono tanti fruscii aero-
dinamici. L’assetto è fin troppo cedevole e in
curva corica parecchio. Insomma se si va
veloci l’effetto “nave nella tempesta” è assi-
curato, quindi meglio andare piano. Anche
perché i freni sono quello che sono. Lo ster-
zo non è preciso.
Il cambio è vecchio emanca unamarcia lun-
ga per l’autostrada.