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Massimo Costa
Rischiavano di sparire e per gli inglesi, che
hanno fattodel loro campionatodi F.3 sem-
pre un vanto anche se negli ultimi anni la
serie aveva perso quel numero di iscritti
corposo che l’aveva sempre contraddistin-
ta, sarebbe stata una sorta di lutto naziona-
le. Al baldanzoso calendario di dieci appun-
tamenti, emesso nel mese di novembre
2012,
ha fatto seguito un mogio comunica-
to, nei giorni scorsi, in cui si informava che
era stato deciso di ridurre a quattro gli
appuntamenti del 2013. Uno schiaffo note-
vole, tanto più che già in occasione della
prova di Macao dello scorso fine novembre
si era sparsa la voce che difficilmente il Bri-
tish F.3 sarebbe stato organizzato. Noi non
mancammo di scriverlo, ma piovvero
smentite a go-go. Inutili, a quanto pare, la
realtà dei fatti era quella. E’ quindi scattata
l’operazione salvataggio e con il supporto
della SRO di Stephane Ratel, dei gommisti
della Cooper Avon e di alcuni team volen-
terosi, è stato deciso di fare questo tentati-
vo minimale con quattro prove a Silversto-
ne, Spa, Brands Hatch e Nurburgring. Le
squadre disposte a mantenere in vita il
campionato sono Carlin, Fortec, Double R,
vedremo se qualcun altro si aggiungerà alla
breve lista. Ma cos’è accaduto? Cos’ha fat-
to precipitare il British F.3 verso il baratro?
Innanzi tutto la crisi economica che ha reso
impossibile per molti giovani piloti affron-
tare i costi elevati richiesti dai team. Pur
essendo un torneo nazionale, occorrevano
700-750
mila euro per disputare una sta-
gione con sette appuntamenti più un paio
di prove extra territorio. Una cifra incredi-
bilmente alta se si pensa che per correre
nell’europeo, con team competitivi, servo-
no 650 mila euro. A questo si aggiunge che
le giornate di test privati erano appena tre
in più di quelle della serie continentale,
quindici contro dodici. Dunque, perché
spendere un budget così elevato, col quale
con qualche sforzo si poteva trovare un
volante in World Series Renault 3.5? Per-
ché investire 750 mila euro per andare su
circuiti anacronistici e completamente inu-
tili alla formazione della carriera, come
Oulton Park, Rockingham, Snetterton? A
far venire più di un dubbio, anche le conti-
nue sconfitte rimediate dai team inglesi nei
confronti internazionali, come Pau o il
Masters di Zandvoort o Macao, a parte
l’edizione scorsa dove però Carlin ha dovu-
to ricorrere a un pilota che non ha corso in
F.3 nel 2012, Antonio FelixDa Costa. Quin-
di è scattata la ritirata, comunque dignito-
sa. Va sottolineato che in Gran Bretagna
nessuno si è permesso di raccontare la
panzana” del sacrificio per favorire la F.3
europea, come raccontato dalla Federazio-
ne italiana. E dire che loro potevano vera-
mente puntare su questo aspetto, in quan-
to Carlin, Fortec, Double R e T Sport si tra-
sferiscono in Europa, a differenza dei team
che militavano nella F.3 Italia…