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Sergio, qual è la tua impressione sulla
vettura?
«
Sono molto contento di come abbiamo con-
dotto il nostro programma, per ora con la
macchina e il team è andato tutto bene, e spe-
ro continuerà così fino alla fine dei test».
Nel primo giorno ha fatto segnare il
miglior tempo, e Jenson (Button, ndr)
a Jerez era già andato molto bene. Pos-
siamodire che laMcLaren èmolto velo-
ce e che ha tutto quello che serve per
vincere?
«
A essere onesti, non ho idea di dove siamo al
momento. I tempi sembrano buoni, ma chi sa
veramente dire quanto contano? L’unica cosa
che so è che resta ancora molto lavoro da fare
da qui alla prima gara».
Sei ormai alla tua seconda settimana in
pista con la McLaren. Come ti senti?
Non è una responsabilità troppopesan-
te per un giovane come te?
«
Io mi sento benissimo. Essere qui mi dà una
grande carica, e non vedo l’ora di essere aMel-
bourne».
Fino all’anno scorso ti bastava fare una
bella gara, ora l’obiettivo è vincere…
«
Ma non è quello che tutti i piloti sognano,
avere fra le mani una macchina in grado di
vincere? E allora devi vincere. Sono sicuro che
a Melbourne sarò al 100 per cento. Gli ultimi
giorni dei test mi consentiranno di finalizza-
re la mia preparazione, e poi Australia aspet-
tami!».
Ora che Melbourne è nel mirino, cosa
ti preoccupa di più? E cosa ti renderà
felice fra qui e il 17 gennaio?
«
Il fatto che la gara sia ormai dietro l’angolo
mi rende felice. Facciamo questi test perché è
l’unico modo di raccogliere dati importanti,
ma a parte questo è una noia. Sono le gare che
ti fanno battere forte il cuore. Di cosa mi pre-
occupo? Nulla mi preoccupa, c’è solo tanto da
fare nei prossimi giorni. Voglio migliorarmi,
voglio sviluppare la macchina e arrivare
all’appuntamento perfettamente preparato».
Cosa significa aver staccato il miglior
tempo nella prima giornata dei test?
«
Non conta molto. Non è altro che un test.
Domani ce ne saremo già dimenticati. E’ bel-
lo vedere il tuo nome lì in alto, ma non serve
a nulla. Quello che conta è che abbiamo fatto
un bel salto in avanti rispetto a Jerez. La mac-
china ora la sento molto più mia, è un buon
segno».
Però è un segno, dovrai abituarti a
vedere il tuo nome ai primi posti d’ora
in poi.
«
Sero di sì. E tengo le dita incrociate».
«
CHE NOIA
I TEST,
DATEMI
MELBOURNE!»