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In Malesia Lorenzo, come si è detto, ha ottenuto il cronometro migliore
–
ma senza superare il record della pista che è di Stoner… - picchiando
ad ogni giro, tranne forse nell’ultimo giorno nel quale ha accusato un po’
il caldo, e Pedrosa ha impressionato anche lui per continuità nella tra-
sferta asiatica. Dietro il terzetto spagnolo, Valentino Rossi è «tornato a
divertirsi», parole sue, anche se dopo essere partito molto bene ha pro-
gressivamente perduto smalto. Gli «anni bui» della Ducati sono finiti –
controfirmati a Borgo Panigale dalle dimissioni di Filippo Preziosi giun-
te “per motivi di salute” proprio durante i test e che non possono che
dispiacere -, e ora resta da capire se il Dottore troverà ancora le risorse
per una seconda primavera alla Yamaha come rivale ritrovato di Loren-
zo, o se dovrà rassegnarsi ad un ruolo subordinato, da nobilissimo scu-
diero, puntando magari a qualche vittoria di prestigio. Conoscendo il
carattere di Valentino propenderemmo per la prima ipotesi, magari con
un riscaldamento prolungato nelle prime gare, ma è anche vero che gli
anni passano per tutti. «In questi tre giorni le cose sono andate un po’
peggio rispetto al primo test – ha ammesso – anche se in fondo essere
solo un decimo dietro Jorge non è male. Non so se riuscirò a recuperare
il distacco già nella prima gara, qui a Sepang abbiamo migliorato la tra-
zione, ma perso un po’ in bilanciamento. Ci rimangono i test di Austin e
di jerez per completare il lavoro».
La sua ex scuderia a Sepang non ha esaltato con Nicky Hayden (9°) e
Andrea Dovizioso (8°), anche se l’italiano ha fatto vedere che i margini di
miglioramento ci sono. A inizio febbraio, Andrea si era demoralizzato per
il distacco, ora sul volto suo e dei tecnici è tornato un flebile sorriso, ma
un secondo di distacco resta comunque un gap importante. Dovizioso ha
anche avuto modo di testare la Ducati “in progress” affidata per lo svilup-
po a Michele Pirro, con la quale ha anche fatto vedere buone cose. «Con
la moto nuova non ho potuto spingere come avrei dovuto – ha detto –
perché non era regolata per me, mi sembra però che il progetto sia sulla
strada giusta. Da Sepang me ne vado soddisfatto, più di così non poteva-
mo fare con il materiale che avevamo a disposizione, e comunque èmiglio-
rato sia il mio feeling con la moto sia il particolare dell’inserimento in cur-
va». Prima della Ducati e dopo i “Fab Four”, ovvero i tre spagnoli e Ros-
si, si sono piazzati Alvaro Bautista, Cal Crutchlow e Stefan Bradl, che qual-
che lampo l’hanno mostrato. Ma a meno di clamorose novità, sarà diffi-
cile che anche nel 2013 il campionato sfugga alla terribile Armada spa-
gnola, che con l’arrivo di Marquez dimostra di saper trovare sempre nuo-
ve leve da affiancare ai veterani.