64
WTCC
ARRIVA LA HONDA
Dario Sala
Di proclami, almeno apertamente, per ora
proprio non se ne fanno. Alla JASMotorsport
preferiscono mantenere un profilo neutro. E
così, nel corso della presentazione alla stam-
pa avvenuta venerdì scorso nella factory di
Arluno, le risposte alle domande su quando
fosse pensabile la prima vittoria, le risposte
erano sempre abbastanza vaghe. Gli uomini
guidati da AlessandroMariani sanno di avere
fra le mani un gran bel prodotto, ma sanno
anchecheperarrivareavincerenelWTCCcon
continuità serve tempo ed esperienza. “Credo
si parta da un basemolto buona – ha ammes-
so il progettista Andrea Adamo –ma dire con
esattezza a che livello siamo non è proprio
possibile. Abbiamo girato da soli, quindi non
sappiamo bene come rapportarci con gli
avversari. Le uniche cose note sono che la
Chevrolet sarà ancora molto forte e che noi
abbiamo realizzato un prodotto che crediamo
buono, riducendo di molto i tempi per arriva-
re ad essere competitivi. Abbiamo portato a
termine uno sforzodavveronotevole,ma que-
sto non attribuisce punti mondiali e di solito
non viene mai riconosciuto se i risultati non
arrivano”.
Parole sacrosante quelle di Adamo, ma con
una presentazione come quella di venerdì alla
quale Italiaracing è stata inviata, è anche dif-
ficile pensare ad un programma di basso pro-
filo. Alla Honda JAS chiaramente vogliono
vincere e voglionomarchiare a fuoco il WTCC
dei prossimi anni, ma sanno che per farlo
occorre compiere i passi giusti al momento
giusto. Di sicuro, fino ad ora, le cose sono sta-
te fatte bene. Quello della Honda, ad oggi è
l'unico programma di una Casa ufficiale e lo
si vede dal numero di test,ma soprattutto dal-
la macchina. La Civic è veramente molto
avanzata e curata nei minimi dettagli, alcuni
dei quali sono dei veri e propri capolavori
meccanici. Dalle sospensioni all'alloggiamen-
todelmotore, tutto l'impianto frenante cheha
anche funzione aerodinamica, questa studia-
ta nella galleria del vento di Pininfiarina e in
Giappone, poi, la sofisticata presa d'aria.
Insomma, tuttoè stato curato inmanieraqua-
si maniacale. Molti particolari indicano chia-
ramente una ricerca della perfezione. “Si, non
possiamonegare che lamacchina sia stata fat-
ta mettendo a frutto le esperienze passate e
guardando alle nuove possibilità - prosegue
Adamo – Io però ricordo sempre che nel
2004,
con l'Alfa Romeo, vincemmo le prime
gare della stagione. Poi arrivò il caldo e ci per-
demmo. Ci volledel tempoper capire cosa sta-
va succedendo. Questo per dire che per vince-
re occorre tenere sotto controllo moltissime
cose”.
Ed infatti qualche dubbio gravita ancora
attornoalmotoreche forsenonhaquellavelo-
cità che serve per sopravanzare il global engi-
ne montato sulle Chevy. Ad Arluno era pre-
sente anche Daisuke Horiuchi, responsabile
della divisione motori della Honda. Un
“
ragazzo” già in Honda F.1 dai tempi di Alain
Prost e Ayrton Senna. L'ingegnere giappone-
se ha spiegato nei dettagli tutte le evoluzioni
fatte fino ad ora dal propulsore nipponico,
non nascondendo le difficoltà incontrate a
progettare un propulsore di piccola cilindrata
adatto alle competizioni. Per di più in poco
tempo. In Giappone però, gli sforzi si sono
realmente profusi. Molti sono i tecnici chia-
mati a lavorare sull'unità motrice tanto che
ora si è già arrivati alla quarta versione. Si è
lavorato molto sulla gestione della potenza
erogata dal turbo, sulla prontezza dell'accele-
ratore e sulla potenza stessa ovviamente. E'
chiaro che dal Giappone c'è una spinta molto
forte, sia per vincere ma anche per poter fare
ricerca in un settore, quello dei motori turbo
a piccola cilindrata che in futuro, come si voci-
fera, potrebbe servire per il ritorno in F.1.
Alla JAS sono stati davvero molto aperti,
lasciandogirare i giornalisti per l'officinadove
si stavano assemblando quattro Honda Civic
di cui una, quella di Tiago Monteiro, pratica-
mente finita, e quella di Gabriele Tarquini in
fase di completamento. Il pilota ungherese
Norbert Michelisz, presente anch'esso, l'ha
potuta provare il giorno prima a Cremona e
presto la ritirerà per il team Zengo. Si sono
potute vedere le scocche nude e capire il lavo-
ro fatto sul roll-bar che poi diventa quasi una
sorta di secondo telaio che garantiscemaggio-
re rigidità rispetto a quella dello scorso anno.
Dal presidente Maurizio Ambrogetti al team
principal AlessandroMariani fino al direttore
tecnico Massimo Fini e al capo progettista
Andrea Adamo (chissà quanto deve avere sof-
ferto), tutti sono stati molto disponibili e per-
missivi nel far scrutare la loro creatura. Dal
nostro punto di vista è stato facile notare l'or-
goglio per avere costruito qualcosa di specia-
le e uno spirito di squadra e appartenenza al
marchio davvero notevoli. La JAS collabora
con la Honda dal 1998. Vi lavorano una cin-
quantina di persone fra manager, ingegneri,
tecnici, meccanici, logistici e impiegati. Que-
stone faunastrutturacapacedi reagire imme-
diatamente ai cambiamenti imposti da un
mondo frenetico come quello delle competi-
zioni. Una struttura a detta di tutta in grado
vincere un mondiale.Avverrà già nel 2013?
Andrea Adamo