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Un aggressivo Perez
si è già guadagnato
l’apprezzamento di Whitmarsh
della Ferrari: chi l’avrebbe detto solo cin-
que giorni prima? Il campionato è ancora
aperto (be’, dopo due gare in effetti sareb-
be difficile che non lo fosse Jenson, ndr)
e per quanto mi riguarda è al titolo che sto
puntando», ha detto il driver inglese. «Del
resto Sebastian quasi mi aveva battuto a
fine stagione nel 2009, eppure nelle pri-
me quattro gare di quell’anno non segnò
neppure un punto». La macchina non è
ancora perfetta, ha ammesso la prima gui-
da McLaren, «però il lato positivo è che ci
sono tante vetture competitive, ciascuno
sta togliendo punti agli altri e questo ci dà
tempo per recuperare. Certo, la mattina
dopo la gara di Sepang mi bruciava esse-
re rimasto a secco, perché senza quel pit-
stop sbagliato sarei finito nella peggiore
delle ipotesi quinto. La macchina non è
ancora a posto, siamo lontani dalla Red
Bull, ma il fatto di essermi trovato a lotta-
re con Hamilton a Sepang mi ha dato la
carica».
A Melbourne, sotto accusa era finita la
poca capacità della nuova McLaren di
adattarsi alle asperità di un circuito citta-
dino come l’Albert Park, ma Whitmarsh
non guarda indietro. «Una buona macchi-
na da corsa va bene quando ci sono buche,
dossi e in qualsiasi altra condizione. Deve
essere adattabile a tutti i circuiti. E non è
sul problema di Melbourne che ci siamo
focalizzati, abbiamo fatto una serie di pic-
coli passi in avanti. Non tutti quelli che mi
aspettavo, ma forse adesso non sono
ancora dell’umore giusto per giudicare le
cose positivamente come dovrei». La rivo-
luzione tecnica, per il Grande Timoniere,
arriverà in Cina.