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FORMULA 1
LA TECNICA
FERRARI AI R
Dopo le prime due gare stagionali, analizziamo il comportamento della F138
di Alonso e Massa. Dove è migliorata, quali sono le incognite future
Testi foto e disegni
di Paolo D’Alessio
Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, più luci o più
ombre nell’avvio di stagione della Ferrari? Questi inter-
rogativi terranno banco fino al prossimo Gran Premio di
Cina quando, dopo sole tre gare, la Rossa è già chiamata
ad una prova d’appello, alla verifica del lavoro svolto nei
mesi invernali, per colmare quel gap che a fine stagione
2012
la separava da Red Bull e McLaren.Quindici giorni
in cui si dirà tutto e il contrario di tutto, nei quali si con-
tinuerà a discutere su chi debbano ricadere le responsa-
bilità maggiori per quel che è accaduto in Malesia. Se a
sbagliare a Sepang sia stato Fernando Alonso, colpevole
di avere sottovalutato la rottura dell’ala anteriore, o il
team, che non lo ha obbligato a rientrare al termine del
primo giro, quando era evidente che con un’ala ridotta in
quelle condizioni non avrebbe potuto continuare per altri
tre o quattro giri. Per non parlare del tormentone presta-
zioni, su cosa avrebbe potuto fare sempre Alonso in con-
dizioni normali, senza incidente al via e a parità di gom-
me. Discorsi da accademia, che lasciano il tempo che tro-
vano e non servono a nulla, se non a colmare i tempi mor-
ti, tra un Gran Premio e l’altro. Molto meglio, allora, sof-
fermarsi sull’analisi tecnica delle prime gare del 2013, che
qualcosa di interessante lo ha detto.