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FORMULA 1
LA TECNICA
L’obiettivo Ferrari, alla vigilia del Gran Pre-
mio di Australia, primo appuntamento del
2013,
era quello di salire sul podio, ma a
Melbourne le cose sono andate ancora
meglio del previsto per gli uomini in rosso,
con un secondo ed un quarto posto e la pri-
ma posizione nel mondiale costruttori, cosa
che non accadeva dal lontano 2008. Non
solo, a detta di Alonso (che per parecchi giri
ha addirittura sperato di salire sul gradino
più alto del podio), si è passati dalla notte
del 2012 al giorno del 2013, con una vettu-
ra che continua a balbettare in prova, ma
sul ritmo gara non teme nessuno. In Male-
sia le cose sono andate come tutti sappiamo
ma, considerando il fatto che la Ferrari
doveva recuperare un gap di alcuni mesi in
galleria del vento, il tempo perso nel
finale dello scorso anno, per
tentare di rintuzzare l’as-
salto di Sebastian Vettel,
e che siamo solo all’ini-
zio dello sviluppo della
F138, le prestazioni for-
nite nel primo scorcio di
stagione inducono ad un cer-
to ottimismo. Certo, si dirà, in
alcune condizioni (scarsa ade-
renza o curve da alto carico) alla
Rossa manca ancora deportanza, ma
rispetto allo scorso anno le cose sono
decisamente migliorate e basta dare
un’occhiata a come guidano Alonso e Feli-
pe Massa per rendersene conto: l’ultima
nata del Cavallino è più gestibile, meno ner-
vosa dello scorso anno e sensibile allemodi-
fiche. Insomma, per dirla alla Alonso,
“
rispetto alla monoposto del 2012 la F138
va 200 volte meglio”. E se lo dice lui, biso-
gna credergli.
Ma in cosa è diversa la Ferrari e perché tan-
to ottimismo? Come detto fin dalla presen-
tazione, a Maranello è cambiato un po’ tut-
to, a partire dal modo di lavorare. La F138
non è solo la cinquantanovesima Formula 1
costruita dalla Ferrari, ma anche la prima
nata integralmente all’estero (Colonia), in
attesa degli aggiornamenti che si stanno
apportando alla galleria del vento di Mara-
nello. Pur essendo nata in terra straniera,
non ha però rinunciato alla sua identità. Al
contrariodi quel che si poteva credere, dopo
la travagliata stagione 2012, i tecnici del
Cavallino non si sono fatti più influenzare
dal fenomeno Red Bull e tantomeno dalla
McLaren MP4/27. Come si può ben vedere
nello spaccato, la F138 riprende invece i
UNA VETTURA NATA BENE
concetti basilari, o se si preferisce, il
“
layout” del progetto 2012. Stessi principi
aerodinamici, stesse geometrie delle
sospensioni, disposizione delle masse
radianti pressoché immutate e sistema
degli scarichi analogo a quello della F2012.
Questo non vuol dire che non ci sono stati
cambiamenti, ma semplicemente che a
Maranello hanno lavorato di fino, estremiz-
zando il progetto in tutti quei settori dove si
potevano ricavare dei vantaggi, senza per
questo intaccare la proverbiale affidabilità
dell’anno scorso. Il risultato (come si evin-
ce dai disegni 2/3/4, che mettono a con-
fronto la F138 con la F2012) è quello di una
macchina compatta, priva dell’orrendo sca-
lino anteriore, con fiancate leggermente più
corte, soprattuttomodificata nel posteriore,
con una carrozzeria decisamente più rastre-
mata per fare lavorare al meglio gli scarichi
motore e i flussi d’aria che scorrono nella
parte bassa dei pontoni laterali, per incre-
mentarne la velocità e, conseguentemente,
il carico al retrotreno. E i risultati si sono
visti, con una Ferrari che in prova e sul
bagnato non è ancora all’altezza della Red
Bull, ma in gara si è decisamente avvicina-
ta alle creature di Adrian Newey e, gomme
permettendo, ora può pensare di impensie-
rirle fin dal via.