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FORMULA 1
FERRARI
Stefano Semeraro
Il più vicino al Paradiso, per il momento, è lui. Sarà che il Circus sta per sbarcare in Cina e laggiù, si
sa, succedono letteralmente cose dell’altro mondo, ma di fatto dopo due gare Felipe Massa è davan-
ti a Fernando Alonso nella classifica mondiale, e se contate anche le ultime due gare del 2012 vi accor-
gerete che sono quattro GP di fila che Felipe si mette dietro il suo blasonatissimo compagno di squa-
dra. Tanto che qualcuno – è un paradosso, va bene, va bene… - ha iniziato a chiedersi: ma se anche
a Shanghai Massa dovesse finire davanti ad Alonso, magari di parecchio, a Maranello si rovescereb-
bero gli equilibri e il team potrebbe decidere di puntare sul brasiliano? Fantaformula 1, penserete, e
probabilmente è così. Alonso è il conducator intoccabile, l’uomo che ha tenuto a galla la traballante
barca Rossa negli ultimi due anni, solo pensare di sacrificarlo alla contingenza della classifica pare
folle. Felipe, però, appare un pilota diverso, rinato, trasformato rispetto alla larva di campione visto
in gara nelle ultime due edizioni del mondiale. Anzi: pare lo stesso pilota, o quasi, che nel 2008
arrivò a 500 metri dal titolo mondiale. Soprattutto in qualifica, una specialità nella quale il Mas-
sa pre-incidente non se la cavava affatto male: nel 2008 fu ad esempio capace di battere per
sei volte di fila il suo compagno di squadra, che allora era Kimi Raikkonen.
Dopo il terribile incidente all’Hungaroring nel 2009, il mondo di Felipe sembrava davve-
ro andato in frantumi. Non solo un trauma fisico, ma anche uno scardinamento men-
tale, una botta alla fiducia in se stesso che è la prima forza di un pilota. Sarà in gra-
do di tornare lo stesso di prima, ci eravamo chiesti un po’ tutti. E se lo era inevi-
tabilmente chiesto anche lui. La risposta per due anni era stata molto dubitati-
va.
Dalla scorsa estate però, qualcosa è cambiato in Felipe. Se riguardate il suo
tabellino di marcia potete notare che prima della pausa Massa aveva gua-
dagnato 25 punti in 11 gare, dopo ben 97 in 9 GP. Prima o poi doveva suc-
cedere, hanno sempre sostenuto i suoi tifosi, ma in realtà non era affat-
to scontato. Le continue critiche, i continui dubbi lo avevano ammor-
bato, depresso, e proprio attorno all’estate Massa si è trovato ad un
bivio: continuare a tormentarsi, a cercare scuse, a fare paragoni
fra quello che era stato e quello che era; o scuotersi, darsi una
mossa, ricominciare a svuotare la testa dai cattivi pensieri. La
riconferma da parte della Ferrari, affettuosa e giusta, ma non
scontata, insieme alle parole di critica e di incoraggiamento
di Montezemolo, lo hanno rimesso sulla strada giusta.
Quest’anno la nuova macchina è meno difficile da guidare,
serve più talento che grinta, e Felipe piano piano ha inizia-
to a togliersi la scimmia dalla spalla. Con una Rossa tutta
da domare Alonso gli è nettamente superiore, con una mac-
china più docile le differenze di rendimento calano.
Soprattutto in qualifica. E così alla vigilia della Cina, una
gara che per molti piloti e molti team potrebbe segnare la
prima parte della stagione (in bene e in male), Felipe si
ritrova primo ferrarista in classifica, e con la chance di tor-
nare a sognare. Il suo futuro, a partire dal 2014, non è cer-
to in una botta di ferro, attorno a Maranello si addensano
come sempre tanti voci sul suo possibile sostituto, da Nico
Hulkenberg a Jules Bianchi. Ma dalla sua parte il brasilia-
no, che ormai da otto anni siede nell’abitacolo Rossa, ha una
considerazione non da poco. In una F.1 sempre più legata ai
giochi di squadra, nessuno ha dimostrato come lui di saper-
si adattare alle esigenze del team. E se confermerà di aver
ritrovato anche tutta la qualità, la classe di un tempo, sono
davvero pochissime – forse nessuna – le seconde guide che pos-
sono vantare i suoi titoli e il suo talento. Se è vero che la soffe-
renza è insieme un insegnamento e una strada per la maturità,
Felipe si merita un 2013 da protagonista.