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MOTO GP
GARA A LOSAIL
Stefano Semeraro
E’ arrivato primo Jorge Lorenzo, ma ha vinto
Valentino Rossi. Il verdetto, sintetico e spietato
come una staccata del Dottore, è questo. Dopo
due anni di limbo, purgatorio e a tratti di picco-
lo inferno alla corte della Ducati, nella prima
gara del Mondiale MotoGP 2013, la prima dopo
il ritornoallasuaamataYamaha, inpistasi èrivi-
sto il Cannibale di un tempo. Merito, certo, di
unaYamahacheperora inmanoaLorenzosem-
bra decisamente superiore – e lo testimonia la
facilità con cui lo spagnolo in Qatar ha salutato
la compagnia, riducendo il ritmo solo quando
ormai la vittoriaormai era incascina–maanche
della voglia, dell’orgoglio, a tratti della rabbia
(
adolescenziale?) che Vale ha messo in campo.
Trentaquattro anni e non sentirli più, dopo le
cupezze del recente passato. Il Doctor in Qatar è
arrivato secondo, davanti al bimbo Marc Mar-
quez con cui ha lottato come al kindergarden,
buttando Dani Pedrosa giù dal podio e addizio-
nando il piazzamento numero 178 alla sua già
ricchissima collezione. Gli ultimi due li aveva
ottenuti – ed erano sembrati miracoli – l’anno
scorso a Magny-Cours e a Misano, ma se som-
miamo le ultime gare con la Yamaha del 2010,
diventano sei di fila con laCasagiapponese: que-
stione di feeling, c’è poco da fare. InQatar è arri-
vata soltanto la conferma. Alla Ducati, settima
con Andrea Dovizioso e ottava con Nicky Hay-
den (nono Andrea Iannone) per ora non resta
chepiangere sugli errori versati nel rapporto con
il fenomeno.
Dopo le qualifiche così così e un warm-up inco-
raggiante, Valentino è scattato sulla griglia come
un diciottenne rabbioso. Lorenzo già puntava
l’orizzonte, lui si è tuffato in picchiata su Pedro-
sa dopo aver bruciato Dovizioso, e ha rischiato
di compromettere tutto subito con un “lungo”
che avrebbe potuto costargli molto di più. «Scu-
sate, mi si è stretta la vena», ha ammesso, ma
del resto alla vigilia lo aveva detto che l’obiettivo
era «fare il matto» nei primi giri. Per dare una
scossa all’ambiente e a se stesso. Per dimostrare
di essere sempre lui. Per far capire che non è
disposto a recitare da vecchio saggio della com-
pagnia. «Pedrosa è entrato un po’ lento in curva
–
haraccontato–iohosbagliatoecisiamoanche
toccati con il parafreno, potevamo finire a terra
tutti e due. Lì la gara si è un po’ complicata, e ho
perso tempo anche con Bradl». La parte centra-
le del GP, Vale l’ha navigata nelle immediate
retrovie, mentre Lorenzo veleggiava in solitaria
e dietro di lui si ingarellavano Pedrosa, Marquez
e Crutchlow. Poi il Rossi Old Style si è rimesso il
pugnale fra i denti, o sarebbemeglio dire il mar-
tello in mano, vista la ferocia con cui ha iniziato
a picchiare sul cronometro prima riducendo e
poi annullando il gap con i primi.
«
La Yamaha andava che era un piacere – ha spie-
gato - e io con le gomme che scivolavanomi diver-
tivo sempre di più». Morale: tre staccate da urlo
per infilare il terzetto degli inseguitori, e poi un
supplemento di battaglia all’arma bianca con il
ninoMarquez, irriverente al puntogiustoda risor-
passare il campione, ma saggio a sufficienza da
accorgersinelfinalechelabattagliaerapersaenon
valeva la pena rischiare inutilmente. «Ho fatto il
cento per cento – ha ammesso il catalano – ma
Rossi èRossi». Come adire: neho ancoradaman-
giare, di paella. «Senza l’errore all’inizio avrei
anche potuto lottare per la vittoria – ha aggiunto
Vale, felicemente ganassa come un tempo – ora
voglio ringraziare la Yamaha che mi ha dato que-
sta nuova possibilità. Con la moto non c’è ancora
il feeling migliore (ah, davvero?, ndr) però sono
convinto che quest’anno ci divertiremo parec-
chio». Per ilmomento si èdivertitounsaccoanche
Lorenzo, che dopo un problemuccio con la visiera
del casco nel warm-up non ha più visto gli avver-
sari. «Sono contento soprattutto per Valentino –
ha dichiarato alla fine – ha passato due stagioni
difficilima è sempre forte. Già dal prossimoGP ad
Austin per me sarà dura». Inutile dire che ce lo
auguriamo tutti, non solo lui.
Baci e abbracci
tra i due fenomeni
di Casa Yamaha
a fine gara